Conte da Bruxelles: “Stiamo già lavorando per riformare l’Irpef”

Conte da Bruxelles: “Stiamo già lavorando per riformare l’Irpef”

Giuseppe Conte fa il punto sulla manovra prima del Consiglio europeo: “Stiamo lavorando per riformare l’Irpef, l’obiettivo è abbassare le tasse”.

A Bruxelles per il Consiglio europeo, Giuseppe Conte ha fatto il punto sulla manovra economica e sul lavoro svolto dal governo.

Giuseppe Conte: “Stiamo lavorando per riformare l’Irpef”

“Stiamo già lavorando per riformare l’Irpef. Dobbiamo superare l’attuale regolamentazione, l’obiettivo è abbassare le tasse, non aumentarle, ma per farlo dobbiamo recuperare risorse che adesso sono nell’economia sommersa. Non si tratta di criminalizzare nessuno, l’obiettivo è pagare tutti per pagare meno”, ha dichiarato il premier.

Giuseppe Conte ha poi fatto il punto sul Documento approvato salvo intese in Consiglio dei Ministri.

“Ritengo la manovra molto equilibrata nel segno della redistribuzione. Abbiamo evitato l’aumento della pressione fiscale in un quadro di finanza pubblica complesso […]. La prima riforma significativa è non aumentare la tassa sui consumi, 23 miliardi e poi altre misure favorevoli a famiglie e imprese”.

Roma 25/05/2018 – consultazioni Quirinale / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Giuseppe Conte

Giuseppe Conte sull’Irpef e sulle tensioni nella maggioranza di governo

Ai microfoni de la Repubblica e del Messaggero Giuseppe Conte ha parlato della riforma dell’Irpef, che slitta alla manovra del prossimo anno con approvazione nel 2020.

“Stiamo lavorando come matti. C’è una task force già all’opera sulle simulazioni per la riforma dell’Irpef. Non possiamo realizzarla quest’anno, abbiamo solo poche settimane. La approveremo nel 2020. Pagare tutti, pagare meno. Ridurremo il numero delle aliquote e abbasseremo la pressione fiscale”.

Il Presidente del Consiglio ha poi parlato delle polemiche nate in seno alla maggioranza di governo sull’uso del contante.

“Sull’uso del contante c’è stata una forza politica che ha sollevato perplessità, io non ho fatto mistero che si potesse portare da duemila a mille il limite senza particolari scossoni sociali. Ma anche a duemila va benissimo. Ma questo non è un aspetto dirimente rispetto a quello che abbiamo fatto, ma dovevamo dare un segnale”.