Il Movimento 5 Stelle si divide sul governo di Mario Draghi: malumori per la squadra dei ministri scelta dal Presidente del Consiglio.
La squadra dei ministri presentata dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi riaccende le polemiche nel Movimento 5 Stelle al punto che un nutrito manipoli di senatori e deputati starebbe valutando di votare no in occasione della fiducia, sancendo di fatto la scissione nel mondo pentastellato.
I ministri pentastellati
Nel governo Draghi i 5 Stelle piazzano 4 ministri: Luigi Di Maio, che resta alla Farnesina, D’Incà resta ai rapporti con il Parlamento, Fabiana Dadone va alle Politiche giovanili mentre Patuanelli va all’Agricoltura. Questo per quanto riguarda i politici. Tra i tecnici ci sono poi profili molti vicini (come idee) al Movimento 5 Stelle, come ad esempio Cingolani, uno che considera lo sviluppo sostenibile la mission di una vita. Un uomo di alto profilo che guarda al futuro nel pieno rispetto dell’ambiente. E Cingolani va alla guida del Ministero della Transizione ecologica, la grande richiesta di Beppe Grillo.
Delusione nel Movimento 5 Stelle per i ministri scelti da Draghi: c’è chi valuta il no alla fiducia
Il malumore in casa 5 Stelle nasce dall’ampio spazio concesso al Centrodestra. Forza Italia ottiene 3 Ministeri, al pari della Lega. Tra i pentastellati serpeggia la domanda rilanciata da Alessandro Di Battista sul proprio profilo Facebook: ne valeva la pena? Secondo molti parlamentari del Movimento 5 Stelle no, e torna alla ribalta il tema del voto di fiducia. Alcuni senatori e alcuni deputati sarebbero intenzionati a votare no, sancendo quindi la spaccatura nel Movimento 5 Stelle.
Vito Crimi tra le polemiche
Tra i pentastellati inoltre aumentano le critiche indirizzate al capo politico reggente, ossia Vito Crimi, che non sarebbe stato in grado di gestire la situazione, almeno secondo i critici.
Di seguito il video con la nomina dei ministri da parte del premier Mario Draghi.
Nuovo voto su Rousseau?
In seno al Movimento 5 Stelle è partita una petizione per chiedere una nuova votazione sulla piattaforma Rousseau per potersi esprimere con cognizione di causa dopo che Draghi ha svelato i nomi dei ministri.