Governo Meloni: il primo decreto sarà per le bollette
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Direttore: Alessandro Plateroti

Governo Meloni: il primo decreto sarà per le bollette

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Le priorità del prossimo governo di Meloni sono già delineate e si parte dal caro bollette.

Il primo provvedimento di Giorgia Meloni da premier sarà proprio un decreto di oltre 20 miliardi per aiutare le famiglie e le imprese a pagare le bollette di elettricità e gas. Non è stato ancora precisato però da dove si prenderanno i fondi per realizzare questa manovra. Il governo uscente di Draghi si prepara a tamponare un ulteriore aumento dell’elettricità in arrivo. Sono circa 4 miliardi che verranno dalle risorse extra tributarie di settembre.

In arrivo anche una maxi-sanatoria delle cartelle esattoriali per quelle fino a 3.500euro con il versamento del 20% del debito e la cancellazione del restante 80%. Oppure con pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi. La questione delle bollette è sempre più urgente e non si può rinviare né per il governo uscente né per il futuro. Fratelli d’Italia starebbe pensando di finanzaire il decreto bollette di 20 miliardi con i soldi dell’Europa.

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Stralcio cartelle esattoriale per i fondi

«Si può attingere ai fondi strutturali 2014-2020 non spesi dall’Italia. Ovvero la metà dei 45 miliardi stanziati», ha detto Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia. Ma questi fondi, come sottolinea Repubblica, sono circa 3,5 miliardi. Inoltre, queste risorse sono soggette a vincoli territoriali e d’impiego e lunghi negoziati con l’Europa. Nel frattempo però ricorda che ci sono 12,3 miliardi di fondi nazionali che però sono destinati alle regioni del Sud.

Nel frattempo la Lega di Salvini continua a chiedere uno scostamento di bilancio di 30 miliardi per risolvere il problema delle bollette ma Giorgia Meloni ha posto il veto. FdI vuole evitare scostamenti di bilancio e il vincolo viene anche da Mario Draghi che ha avvisato la futura leader di evitare di andare ad intaccare il debito pubblico. Come spiega Leo, «Con un Pil più basso e un debito già al 150% arriverebbero i fondi speculativi a metterci in difficoltà”.

Al Corriere della Sera Leo spiega che «Si può mettere subito mano a una tregua fiscale per le cartelle da 1.000 fino a 3.500 euro. Il gettito sarebbe immediato. Con entrate una tantum possiamo finanziare spese una tantum. Come quella delle bollette». Per questo si è pensato ad un saldo e stralcio con rateizzazione automatica in dieci anni. Per chi invece ha debiti ma non ancora è arrivato alle cartelle ci sarebbe un’interlocuzione con la Pubblica Amministrazione. Che porti a una rateizzazione automatica in 5 anni con sanzione del 5%. Per le cartelle con importi inferiori a mille euro ci sarebbe direttamente la cancellazione. Tra la fine del 2022 e i primi mesi del prossimo anno dovrebbero arrivare 13 milioni di cartelle secondo Federcontribuenti.

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ultimo aggiornamento: 28 Settembre 2022 12:15

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