Governo Meloni, dalla ratifica del Mes alla riforma della giustizia

Governo Meloni, dalla ratifica del Mes alla riforma della giustizia

L’idea della ratifica parte dal ministro Giorgetti. Nordio sulla riforma: “Abbassare i toni da parte di tutti”.

Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti “sfida” la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e invita alla ratifica del Mes. Egli sostenendo che non ci saranno conseguenze negative e anzi potrebbe migliorare il rating economico dell’Italia. Questa ratifica non produrrà “nuovi o maggiori oneri” e non è previsto “un peggioramento del rischio“.

Il parere “tecnico” di Giorgetti

Secondo fonti governative, il parere del ministro Giancarlo Giorgetti sarebbe “tecnico“. Tuttavia, gli effetti politici della lettera presentata oggi in commissione Esteri della Camera sono evidenti. Le considerazioni sollevate mettono alla prova la posizione contraria di Giorgia Meloni alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, creando tensione nel centrodestra.

Questa situazione è particolarmente delicata poiché i membri della Lega dentro al partito di Giorgetti, sono tra i più fermi sulla questione. Allo stesso tempo, le fibrillazioni in Forza Italia sembrano essere la ragione principale per cui la maggioranza ha subito una sconfitta in commissione al Senato riguardo all’esame del decreto lavoro.

Palazzo Chigi

Nordio e la riforma della giustizia: “Vado avanti”

Sembrerebbe che Carlo Nordio, precedentemente magistrato e ora ministro della Giustizia, stia mantenendo un atteggiamento di conflitto con i suoi ex colleghi della magistratura sulla riforma della giustizia. “Penso e spero proprio di no. I miei propositi li esprimo e li scrivo da 25 anni, e derivano proprio dal desiderio di avere una giustizia più efficiente e dal grande rispetto per la magistratura, di cui mi sento ancora di far parte. Del resto, amantium irae, amoris integratio est: i litigi degli amanti sono un’integrazione dell’amore“, afferma Nordio

Tuttavia, da Nordio arriva l’accusa verso i magistrati, che starebbero interferendo con la riforma. “C’è modo e modo di dissentire dai disegni di legge e dal tenore delle sentenze. Nel caso di questa riforma sono stati usati termini molto forti ancor prima che il testo fosse noto, così come in altri momenti alcuni politici hanno commentato certe sentenze come eversive. Vorrei che si abbassassero i toni da parte di tutti“.