Ora mancano i fondi, ma il ministero del Lavoro istituirà un osservatorio sulla spesa previdenziale.
Il governo ha avuto un incontro con i sindacati a Palazzo Chigi, dove si è discusso della riforma fiscale e di quella delle pensioni. La Lega e Forza Italia puntano sull’applicazione della Quota 41 e sull’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro. Tuttavia, nella Legge di Bilancio si legge che al momento non ci sono le risorse per un grande intervento sulle pensioni.
I primi passi per una riforma
La premier Giorgia Meloni, pur riconoscendo l’attuale mancanza di risorse, ha dichiarato che il ministero del Lavoro creerà un osservatorio sulla spesa previdenziale. Il suo compito, si legge in legge di Bilancio, sarà quello di “mappare tutta la spesa e valutare gli effetti di determinati provvedimenti“.
Dunque, è necessario pianificare la prossima mossa una volta scaduta la Quota 103, pur riconoscendo che una riforma strutturale completa richiederà tempo. Il governo e i sindacati riprenderanno a discutere di pensioni a giugno, ma è probabile che l’attuale regime di pensionamento anticipato venga prorogato fino al prossimo anno.
Di conseguenza, l’opzione di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi potrebbe essere prorogata fino al 2024, oppure potrebbe essere attuata una soluzione temporanea in attesa di un’azione più decisa.
L’opinione della Corte dei Conti
Uno studio condotto dalla Corte dei Conti ha sottolineato che la ratio della Legge Fornero non deve essere messa in discussione. Tuttavia, la Corte ha suggerito di adottare misure specifiche per affrontare alcuni aspetti eccessivamente rigidi della legge. I giudici hanno raccomandato di limitare le varie quote, in particolare quelle proposte dalla Lega, in quanto potrebbero essere troppo costose.
Tuttavia, la Corte ritiene che sia necessaria anche una revisione del sistema. Lo studio sottolinea la fragilità delle pensioni, in particolare per i lavoratori quarantenni, i giovani che guadagnano meno di 20.000 euro all’anno e le lavoratrici. Queste ultime riceveranno probabilmente circa il 30% in meno rispetto alle loro controparti maschili.
Infatti, nel 2024 si dovrà discutere anche di Opzione donna, che attualmente è disponibile solo per i caregiver, i lavoratori disabili e quelli licenziati a causa di crisi aziendali. Tuttavia, i piani del governo in materia non sono ancora chiari.