La maggioranza di destra entrante ha già depositato in Parlamento tre proposte antiabortiste.
A dispetto di quanto si diceva in campagna elettorale, pare che abolire l’aborto non sia una cosa fuori dagli schemi del centrodestra. Giorgia Meloni ha spesso chiarito e ribadito che la sua intenzione era quella di applicare in modo completo la legge 194 e non quella di abolirla. Ma a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento sono arrivati già tre disegni di legge antiabortisti.
Due delle proposte arrivano dal senatore di lunga data di Forza Italia Maurizio Gasparri. Il primo disegno di legge che ha presentato riguarda il riconoscimento giuridico del feto, che consiste nella modifica del primo articolo del codice civile che specifica “la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”. Gasparri vorrebbe cambiare il testo modificando la capacità giuridica fin dal momento del concepimento.
Non è la prima volta che la destra presenta questo ddl, ma bensì la quarta. Questa legge avrebbe come conseguenza il fatto che il feto verrebbe riconosciuto come persona giuridica e quindi vittima di un omicidio volontario. Significa che l’aborto sarebbe considerato un reato penale.
I ddl che renderebbero l’aborto un crimine
L’altro disegno di legge invece è stato presentato sei volte anche da parlamentari di centrosinistra. Si tratta dell’istituzione della giornata della vita nascente. In questo caso ad essere antiabortiste sono le associazioni che hanno promosso la legge tra cui il movimento pro vita. La terza proposta invece è stata avanzata al leghista Massimiliano Romeo riproponendo un ddl della scorsa legislatura: “Disposizioni per la tutela della famiglia e della vita nascente, per la conciliazione tra lavoro e famiglia e delega al Governo per la disciplina del fattore famiglia”.
Quest’ultimo ddl contro l’aborto tocca temi legati al welfare e dei consultori che devono assicurare “la tutela della vita umana fin dal suo concepimento”, “[forniscano] ogni informazione necessaria sul concepimento, sulle fasi di sviluppo dell’embrione e sulle tecniche attuate in caso di interruzione volontaria della gravidanza, avvalendosi di personale medico e ostetrico anche obiettore di coscienza” e “si [avvalgano], attraverso appositi regolamenti e convenzioni, della collaborazione delle associazioni operanti a difesa della vita”.
Anche se con questi tre ddl non verrà toccata la 194 potrebbe essere minata la stabilità dell’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. Sono leggi che non hanno avuto successo in passato perché estreme ma che potrebbero essere accolte questa volta e criminalizzare l’aborto.