Secondo i capi dell’intelligence degli Stati Uniti la Russia potrebbe decidere di impiegare armi chimiche nella guerra.
Nonostante la liberazione di Kherson, la guerra tra Russia e Ucraina continua. La riconquista di Kherson segue di poco la ritirata dei russi oltre il fiume Dnepr, che ha segnato la fine di nove mesi di occupazione. Circa una ventina di giorni fa le truppe del Cremlino hanno abbandonato la città di Kherson.
La guerra tra Russia e Ucraina – nonostante la ritirata delle truppe del Cremlino – continua. Nuove esplosioni hanno interessato diverse città ucraine, tra cui Dzhankoi in Crimea. Secondo quanto emerso dai media ucraini, si sarebbero verificate delle nuove esplosioni nella città occupata di Dzhankoi in Crimea.
In questa situazione, secondo i funzionari degli Stati Uniti lo zar Vladimir Putin potrebbe anche impiegare nel conflitto le armi chimiche, prima di ricorrere ad una guerra nucleare contro la Nato. Secondo l’intelligence Usa la probabilità che Putin utilizzi armi chimiche si accresce nel caso in cui Mosca dovesse continuare a perdere terreno durante la battaglia.
I bombardamenti ai danni di un ospedale di maternità
Si segnala anche un ulteriore bombardamento avvenuto durante la notte scorsa ai danni di un ospedale di maternità ucraino. In seguito all’attacco missilistico messo in atto dalle truppe di Mosca un neonato è deceduto. La struttura si trova nei pressi della città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale. La notizia è giunta attraverso un annuncio su Telegram del governatore della regione, Oleksandr Starukh, citato successivamente dal giornale Kyiv Independent. Nella fattipecie, l’ospedale bombardato si trova a Vilnianska.
L’esplosione nei pressi di San Pietroburgo
Il 19 novembre si è verificata un’ulteriore esplosione messa in atto dalle truppe russe. Stavolta la zona interessata si trova nei pressi di San Pietroburgo, ai danni di un gasdotto. Sul luogo sono giunti gli investigatori per far luce sull’accaduto.