La maggior parte dei Paesi dell’Unione europea chiede a gran voce l’introduzione del price cap, ovvero il tetto massimo al prezzo del gas.
Francia, Italia e Romania chiedono a gran voce il price cap, ovvero l’inserimento del tetto massimo al prezzo del gas. La maggior parte dei Paesi dell’Unione europea chiede che venga inserito il tetto nel tentativo di agevolare i consumatori di energia.
Come ben sappiamo, la crisi causata dalla guerra tra Russia e Ucraina ha messo in difficoltà numerose famiglie e imprese, talvolta provocando anche la chiusura di queste ultime, ritrovatesi a pagare bollette stellari.
I Paesi Ue chiedono un tetto al prezzo del gas
La richiesta dei Paesi dell’Unione europea è chiara: il price cap pone un tetto al prezzo del gas limitando in questo modo la speculazione. Ma nonostante la situazione difficile, alcuni Paesi si stanno opponendo a questa richiesta. La preoccupazione dell’Olanda e della Germania è che e i fornitori possano decidere di vendere il loro gas naturale verso altri acquirenti.
In questa situazione, per cercare un compromesso, la Commissione europea ha proposto un price cap temporaneo ai prezzi del gas. Inoltre ha richiesto la collaborazione di tutti i membri dell’Unione europea affinché uniscano le forze per acquistare il gas insieme. In questo modo si spera che il prezzo del gas possa subire un ribasso.
A causa delle opinioni discordanti tra i Paesi dell’Unione europea, i ministri dell’Energia non hanno ancora trovato un accordo. Nel caso in cui non venga preso alcun provvedimento entro la prossima settimana, i capi di governo dovranno trovare una soluzione al vertice del 15 dicembre prossimo. Durante i giorni scorsi, l’Olanda ha deciso di offrire prestiti a basso costo ai panettieri disposti a passare dai forni a gas a quelli elettrici. Ma secondo i lavoratori, questa non sarebbe una soluzione al problema.
Un panettiere olandese ha dichiarato: “Il problema è che i prezzi del gas stanno salendo alle stelle, a un certo punto non si riesce più a tenere il passo. Ora pago 1400 euro al mese, presto potrebbero essere 12.000 o 13.000 euro: questa è la previsione per novembre ed è impossibile andare avanti così“.
E prosegue: “Certo, è possibile passare all’elettricità, ma c’è un tempo di attesa per i cavi (in strada) di circa due anni e mezzo. Eravamo già impegnati a cercare di ottenere nuovi forni, ma sarebbe stato un investimento di mezzo milione di euro, che causa troppa insicurezza, in rapporto agli ultimi 17 anni di lavoro”.