Se ti fermi sotto uno di loro, i papaveri giganti che colorano Gerusalemme ti offrono sollievo dal caldo aprendo i loro enormi petali. Puoi goderti l’ombra leggendo un libro o sorseggiando una bibita mentre aspetti il tram e senza pensare al tempo che scorre. L’istallazione Warde è pensata anche per questo.
Si allargano, mutano, le città seguono il passo frenetico della società contemporanea. Si dilatano a macchia d’olio, senza quasi accorgersene sconfinano metro dopo metro. Spazi di vita un tempo periferici, diventano così quartieri pulsanti, centri nevralgici di uno spazio urbano sempre più vasto. Il degrado storico delle “vecchie” periferie è tematica attuale e oggetto di analisi; ne parlano sociologi, architetti e ingegneri, investono gran parte delle loro giornate di studio.
L’arte è senza dubbio lo strumento in grado di contribuire più di molti altri a risolvere il problema. Attraverso l’arte una via, una piazza, un quartiere può cambiare funzione e forma, può soprattutto migliorare il “dialogo” con i suoi abitanti. È da questo concetto in costante evoluzione tra arte e architettura che prende origine l’istallazione intitolata Warde di Valero Square, a Gerusalemme. Ideata da HD Architects, studio con sede a Tel Aviv, si è posta con fine ultimo quello di rendere uno spazio di passaggio, insignificante e trascurato, in un luogo di sosta da ammirare, con il quale interagire sentendosi parte di esso.
Oggi Valero Square si trova al centro di Gerusalemme nei pressi di una trafficata stazione della linea del tram e adiacente un grande mercato all’aperto. Di per se potrebbe considerarsi un banale spazio di passaggio, ma la realtà dei fatti ne ha evidenziato l’esatto contrario. Valero Squadre era caduta in uno stato di abbandono a causa proprio della sua unica funzione di angolo urbanistico di collegamento.
Poi sono arrivati loro, i “papaveri giganti” di Warde, grappoli di arredo urbano piuttosto insoliti. Si tratta di giganti petali rossi installati a 30 piedi di altezza dal suolo che “fioriscono” sotto i segnali dei passanti. I “fiori”, riempiti d’aria, si allargano per altrettanti 30 piedi. L’interazione con l’ambiente circostante va oltre alla loro funzione di “grossi ombrelloni” parasole che di notte si trasformano in elementi di illuminazione. Ed è proprio da ritrovare lì, come accennato, la missione centrale al progetto. I fiori si aprono e si chiudono con la reazione dei passanti, incitano la curiosità e giocosamente invitando le persone a interagire con lo spazio circostante. Se si rimane in piedi sotto a uno dei “papaveri”, ad esempio, questo rimane aperto fornendo ombra e sollievo dal caldo.
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L’installazione è anche programmata per reagire all’arrivo e alla partenza dei tram, diventando ora elemento tecnologico di avvertimento per i viaggiatori. L’arte che aiuta, dà sollievo e avvisa. Warde è proprio questo, arte a tutto tondo. Quell’arte che rende uno scorcio grigio di città in un luogo di attrazione. L’arte che fa bene insomma, che piace, l’arte che colpisce nel segno.
Fonte foto: acdn.architizer.com