Inedito Ignazio La Russa che ha raccontato degli aspetti del “suo credo” ma anche di alcuni cimeli nascosti in casa sua e non solo.
Lunga e interessante intervista al Corriere della Sera da parte del Presidente del Senato, Ignazio La Russa. Il noto politico ha avuto modo di soffermarsi su diversi aspetti della sua vita privata e pubblica con particolare riferimento ad alcuni preziosi cimeli conservati in casa oltre che alla recente Prima della Scala di Milano in cui è balzata agli onori di cronaca una frase urlata dalla platea che faceva riferimento all’Italia antifascista.
Ignazio La Russa e la Prima alla Scala
Tra i primi passaggi dell’intervista, ecco quello relativo alla Prima della Scala, compreso l’urlo dalla platea “Viva l’Italia antifascista”.
Sul tema La Russa ha detto: “Io avrei detto viva l’Italia e basta, ma non ho problema alcuno se aggiungono antifascista. È altro che un po’ mi fa pensare e pure ridere”.
E quando gli si chiede se non si possa inneggiare all’antifascismo, il Presidente del Senato spiega: “Certo che si può, ma solo adesso si sono accorti che vengo dalla destra? Peraltro, da una destra dialogante. Io fui tra i primi a sostenere e lavorare alla svolta dal Msi ad An, mettendo da parte simboli e parole d’ordine che non avevano più nesso con un paese che doveva pacificarsi. Sono in Parlamento dal 1992 e non accetto lezioni sul rispetto della Costituzione e amore della libertà”.
I cimeli e il busto di Mussolini
Da questi passaggi sulla Scala si arriva poi a parlare del La Russa uomo e politico. “Sono un uomo che viene dalla destra e che diventa presidente del Senato, democraticamente eletto, addirittura con i voti di alcuni avversari politici. E questo non è tollerato […]”.
Di particolare interesse alcune dichiarazioni su quello che La Russa rappresenterebbe per molti, ovvero “l’essenza fisica del post-fascismo”.
In tale ottica, il politici ha sottolineato come alcune vecchie uscite siano state sbagliate e altre situazioni, come il “famoso” busto di Mussolini da lui conservato in casa, non sia più, in realtà, nella sua abitazione.
“Il busto (di Mussolini ndr) è roba vecchia, ora sta a casa di mia sorella. A casa mia avevo anche cimeli russi, della Cina di Mao… e quella ripresa televisiva era vecchia di anni e mai utilizzata prima. Ma non sono questi i motivi. È che forse non si sopporta che nel mio discorso di insediamento parlai della necessità di un superamento delle divisioni, di una pacificazione nazionale che metta veramente fine a un interminabile dopoguerra. Ma io mi muoverò sempre in questo solco”, ha detto il Presidente del Senato.