Il presidente del Senato, Ignazio La Russa commenta l’elezione di Papa Leone XIV e lancia una previsione sul futuro dell’Occidente.
L’elezione di Papa Leone XIV continua a suscitare commenti e tra le voci più significative, c’è quella del presidente del Senato Ignazio La Russa, Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto far sentire la propria vicinanza, inviando una lettera aperta al Papa. Ecco, a seguire, l’intervento di La Russa, fuori dalla Camera in occasione della Giornata nazionale delle vittime del terrorismo e delle stragi.

Ignazio La Russa commenta l’elezione del nuovo Pontefice
Ignazio La Russa, come riportato da Il Tempo, non ha nascosto la propria emozione davanti alla figura di Papa Leone XIV. “Mi ha fatto una grande impressione e mi ha commosso, perché era commosso“, ha dichiarato ai cronisti. Per il presidente del Senato, è rilevante che il nuovo Pontefice abbia voluto “plasticamente essere un punto di riferimento per tutta la Chiesa“, sottolineando così la volontà di rappresentare l’intera comunità cattolica, senza distinzioni.
Ha posto l’attenzione anche su elementi simbolici che non sono passati inosservati, come la scelta del nome e il modo in cui si è presentato: “Anche il modo in cui si è presentato, vestito secondo la tradizione, il nome che ha scelto che evoca la ‘Rerum Novarum” legata all’ultimo Leone che era diventato Papa, ma anche Leone Magno che è un riferimento dell’anno 400...”. Per La Russa, tutto questo lascia intravedere le intenzioni del nuovo Papa, rivolte a una Chiesa più unita e capace di parlare anche all’Occidente.
Il pronostico su Papa Leone XIV e il futuro dell’Occidente
Rispondendo alle domande dei giornalisti sull’origine geografica del Pontefice, Ignazio La Russa ha tenuto a precisare: “Un Papa americano? No, un Papa cattolico”. Una risposta netta che vuole spostare l’attenzione dal dato anagrafico a quello universale, tipico della figura del Papa.
In un momento storico in cui si avverte il bisogno di una guida spirituale forte, il presidente del Senato ha voluto rimarcare l’importanza di avere un leader che possa evangelizzare non solo “i Paesi lontani, ma anche l’Occidente che ne ha molto bisogno nell’unità della Chiesa. Poi vedremo“.