In una recente intervista radiofonica, Ignazio La Russa discute la possibilità di un esercito europeo e la nuova riforma sui senatori a vita.
Ignazio La Russa ha recentemente concesso un’intervista in radio nel programma “Il rosso e il nero” condotto Francesco Storace e Vladimir Luxuria.
Durante il confronto radiofonico, diversi sono gli argomenti d’attualità trattati: da un possibile esercito europeo, alla nuova riforma sui senatori a vita.
Un esercito europeo: le dichiarazioni di Ignazio La Russa
Come riportato da IlTempo.it, il presidente del Senato ha argomentato in radio diverse tematiche di interesse pubblico, tra cui un possibile esercito europeo.
Secondo la visione di La Russa: “Un esercito europeo è indispensabile anche nel quadro dell’Alleanza Atlantica“. Inoltre, ha aggiunto: “Questo è quello che penso l’Europa debba avere: un proprio esercito inserito nella Nato“.
Proseguendo l’intervista, il Presidente ha anche trattato un argomento importante per la storia della destra italiana: ovvero l’icona della fiamma. Questo è simbolo principale del Movimento Sociale Italiano, Alleanza Nazionale e Fratelli d’Italia.
La storia di questi partiti italiani è fortemente legata a questa simbologia, spesso criticata: “In sequenza, c’è una continuità data anche dal simbolo della fiamma. Non era un simbolo del fascismo“.
La nuova riforma sui senatori a vita
Infine, durante questa intervista, La Russa ha commentato la recente riforma che vorrebbe ridurre il numero dei senatori a vita.
“Quando eravamo all’opposizione e si discuteva della riduzione dei senatori, io proposi di ridurli proporzionalmente ed eliminare la possibilità che incidessero sui voti fiducia” ricorda il presidente del Senato.
Ma sembrerebbe che la sinistra non fosse d’accordo circa questo metodo di ridimensionamento dei senatori a vita. Il decreto attuale vedrebbe il Presidente della Repubblica privato della possibilità di nominare questi senatori.
In merito all’attacco dell’opposizione su questo punto, risponde: “Non vuol dire che personalità importanti non possano fare parte del Parlamento. Significa che devono passare dal vaglio del voto popolare“.