Il Club alpino italiano ha definito le grandi croci presenti sulle vette come non inclusive facendo arrabbiare mezza Italia.
Si infiamma la polemica della politica e degli alpinisti italiani per la proposta del Cai di rimuovere le croci della montagne. Il motivo principale di questa considerazione dovrebbe essere legato all’inclusione: il simbolo cristiano non rappresenta i fedeli delle altre religioni.
La possibile rimozione delle croci dalle vette ha fatto imbestialire la destra, come dimostrano le parole del vice premier Matteo Salvini che ha definito la proposta del Club alpino italiano come “una sciocchezza, senza cuore e senza senso, dovrete passare sul mio corpo per togliere un solo crocifisso da una vetta alpina, senza se e senza ma“.
Una polemica a cui si è unita anche Daniela Santanché. “Resto basita – ha affermato il ministro del Turismo – dalla decisione del Cai senza aver comunicato nulla al ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Invito il presidente del Cai a ripensarci“. “Difendiamo i nostri valori, la nostra identità, le nostre radici”, ha invece scritto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Le ragioni del Club Alpino Italiano
“L’Italia – aveva affermato il Cai – si sta rapidamente convertendo in uno Stato a trazione laica, territori montani compresi. Pertanto la croce non rappresenta più una prospettiva comune, bensì una visione parziale. In secondo luogo perché la montagna è un elemento paesaggistico che, per ovvie ragioni, da sempre si carica sulle spalle una gravosa valenza simbolica, capace di influenzare il pensiero collettivo: il messaggio trasmesso dai rilievi (…) dev’essere riadattato sulle caratteristiche e sulle necessità di un presente che non ha più bisogno di eclatanti dimostrazioni di fede, ma di maggiore apertura e sobrietà”.
Il Cai fa retromarcia
Antonio Montani, presidente generale del Club Alpino Italiano, ha ritrattato, dopo le grandi polemiche delle ultime ore, su quanto affermato precedentemente: “Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginarmi la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce. Voglio scusarmi personalmente con il ministro Daniela Santanché per l’equivoco e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto“.