La Corte Costituzionale ha sancito come illegittime le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli.
Viene pubblicata oggi sulla Gazzetta ufficiale la sentenza della Corte Costituzionale sul doppio cognome. Il provvedimento è stato preso in quanto la norma in questione è stata ritenuta “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio”. Secondo quanto concordato, sancito il nuovo decreto, il figlio acquisirà i cognomi di entrambi i genitori in modo da garantire un’equa parità dei diritti.
Si tratta di un grande passo in avanti d’importanza storica per le donne. Finalmente hanno conquistato un diritto storico che fino ad ora era stato loro negato. Secondo l’articolo 262 del Codice Civile, “il figlio (naturale) assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. Se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori il figlio [naturale] assume il cognome del padre”.
Cosa cambia con l’entrata in vigore della norma
Stabilito dalla Corte Costituzionale cosa cambierà nel concreto. “La regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato. Ciò, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”
Con l’entrata in vigore della nuova norma Costituzionale, il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori. Ciò a meno che, essi decidano di comune accordo di attribuire al proprio figlio soltanto il cognome di uno dei due. Secondo il principio di eguaglianza della prole, i genitori devono entrambi poter condividere la scelta del cognome, fondamentale dell’identità personale.
In paesi come la Spagna si tratta di una situazione del tutto normale. I bambini acquisiscono infatti in maniera automatica il cognome di entrambi i genitori. Il fatto di attribuire in automatico il cognome del padre costituisce un atto discriminatorio che trova le sue radici in una società patriarcale. Questa impostazione della società è tutt’oggi silenziosamente insita nelle abitudini culturali della vita quotidiana.
Il Ministro della giustizia Marta Cartabia ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale enfatizzando l’importanza del decreto. “Grazie alla Corte Costituzionale, un altro passo in avanti verso l’effettiva uguaglianza di genere nell’ambito della famiglia.”
“Una norma illegittima”, secondo Elena Bonetti
Anche Elena Bonetti, politica e matematica italiana, ha espresso il suo dissenso per quanto riguarda la norma illegittima.
“La Corte Costituzionale ha giudicato illegittime le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome paterno ai figli. Già in passato la Consulta aveva acceso un faro sul carattere discriminatorio di un simile automatismo, sia verso i figli che verso le madri. Oggi torna a ricordarci che è arrivato il tempo di cambiare. Abbiamo bisogno di dare corpo, anche nell’attribuzione del cognome, a quella pari responsabilità tra madri e padri che è insita nella scelta genitoriale, ed è compito alto e urgente della politica farlo”. Lo scrive su Facebook la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. “Andiamo avanti presto e insieme su questa strada, che più volte ho sollecitato a percorrere. Da Ministra garantisco all`iter parlamentare tutto il sostegno del Governo per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l’uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese.”