i dettagli del doppio furto delle auto di Andrea Giambruno, con coinvolgimenti che toccano la premier Giorgia Meloni e sollevano sospetti.
Il furto delle auto appartenenti ad Andrea Giambruno, ex compagno della premier Giorgia Meloni, ha generato scalpore e mistero. Non solo la Porsche, ma anche una Fiat 500 precedentemente usata dalla stessa Meloni è stata presa di mira dai ladri, scatenando una serie di sospetti e teorie, come riportato da Il Corriere della Sera.
Il doppio furto che solleva dubbi
Gli eventi si sono verificati nella notte del 30 novembre, sotto l’abitazione di Giambruno, nel quartiere Torino a Roma. Due individui dal comportamento sospetto sono stati avvistati mentre si avvicinavano alla Porsche di Giambruno. Una poliziotta in zona per altri motivi ha notato l’atteggiamento dei due uomini e si è avvicinata per un controllo, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera. I sospettati hanno mostrato un tesserino, identificandosi come colleghi, e si sono allontanati poco dopo senza ulteriori indagini.
Parallelamente, è emerso un secondo episodio di furto riguardante una Fiat 500 appartenente a Giambruno, che in passato era stata utilizzata anche da Meloni. Il collegamento tra i due furti resta incerto, ma all’interno del partito Fratelli d’Italia. Molti ritengono che questi eventi siano parte di “una storia bruttissima”, come evidenziato da Il Foglio.
Indagini e speculazioni sulla scorta di Giorgia Meloni
Successivamente all’incidente, la poliziotta ha riportato quanto osservato in un verbale, e un’indagine più approfondita è stata avviata, con dettagli forniti da Il Corriere della Sera. Durante un riconoscimento fotografico, sono stati mostrati i volti di due ex agenti della scorta di Meloni, con cui la poliziotta ha notato una somiglianza. Tuttavia, le indagini hanno dimostrato che i due si trovavano altrove quella notte. Spostando le ipotesi verso la presenza di ladri interessati a pezzi di ricambio da rivendere sul mercato nero.
Un sospetto è già stato identificato, mentre il secondo potrebbe esserlo a breve. Nonostante il tentativo di furto, l’intervento tempestivo ha impedito che il reato si compisse, avviando così la chiusura del caso giudiziario, come sottolineato da Il Corriere della Sera.