“Il mondo al contrario” continua a vendere tantissime copie su Amazon e le polemiche legate alle sue vedute omofobe e razziste non si placano.
Il generale Roberto Vannacci è tornato sul piccolo schermo per parlare con Mario Giordano in qualità di ospite di Fuori dal Coro, noto programma di Rete 4. Il militare ha discusso nuovamente dei temi presenti nel suo libro “Il mondo al contrario”, criticati per una certa tangibilità di omofobia, razzismo e misoginia.
Il volume scritto da Vannacci, comunque, sta continuando a vendere moltissime copie su Amazon e presto arriverà fisicamente anche nelle librerie di tutta Italia. Il generale ha specificato a Mario Giordano che gli incredibili numeri di “Il mondo al contrario” gli hanno fatto arrivare molti soldi “guadagnati in modo onesto” sul conto in banca.
I gay “non sono normali”
Il colloquio fra Vannacci e Giordano è partito dalla frase più famosa presente nel testo scritto dal generale: quella che definisce i gay come “non normali“. “La normalità è un concetto statistico – ha replicato il militare – e non significa peggiore o migliore, anche ai carabinieri ho detto che non sono normali, ma in questo caso non sono stato denunciato“.
Le critiche all’immigrazione
Vannacci è poi tornato sul tema dell’immigrazione, uno degli argomenti centrali del suo libro. Secondo il militare bisognerebbe seguire l’esempio di Australia e Giappone, capaci di ridurre “a zero il fenomeno“. “Anche da noi, in Europa, prima o poi si raggiungerà il limite – ha commentato il generale – e poi non potremo accogliere chi avrà veramente bisogno. È normale che una persona straniera che non rispetta le nostre regole viene percepita come un invasore“.
Il pesante attacco agli ambientalisti
L’intervento di Vannacci su Rete 4 si è chiuso con una critica agli ambientalisti che, secondo il generale, “dovrebbero smetterla di frignare davanti alle telecamere e bloccare le strade, sono azioni inutili. Devono studiare, e anche tanto, oltre a produrre ricchezza perché sarà il progresso tecnologico a salvare il pianeta“.