Il Giappone riapre ai turisti

Il Giappone riapre ai turisti

Tra poche ore, il Giappone riapre finalmente le frontiere al turismo internazionale. Ma attenzione: indossare sempre la mascherina!

Il countdown è ormai iniziato. Sì, perchè mancherebbero solo un paio di giorni, al gran ritorno del Giappone, all’interno del quadro turistico globale. In data 10 Giugno, il Giappone dirà sì, all’accesso turistico all’interno dei propri confini nazionali. Una gioia per tutti quei turisti innamorati del Paese del Sol Levante!

Il Giappone è stato uno dei territori che ha implementato alcune restrizioni da Covid-19, tra le più severe in assoluto.

Infatti, anche con l’apertura dei confini nazionali, bisogna fare attenzione e rispettare alla lettera, tutte le prerogative imposte dallo Stato orientale. I turisti in visita in Giappone, dovranno infatti indossare ancora la mascherina, essere accompagnati per tutta la permanenza della loro visita e sottoscrivere un’assicurazione sanitaria.

Tokio Giappone

Inoltre, saranno ammessi in territorio giapponese, solo quei visitatori in possesso di pacchetti turistici. Questo dato, varrà nell’ambito dell’immediata apertura del 10 Giugno, come ben dettagliato dall’Agenzia del turismo giapponese. Sarà prerogativa delle varie guide delle agenzie di viaggio, assicurarsi che ogni visitatore indossi le apposite mascherine, a protezione di bocca e naso.

Le regole di JTA

L’agenzia di viaggio giapponese, JTA, ha infatti affermato che: “Le guide turistiche dovrebbero ricordare spesso ai partecipanti ai tour, le misure di prevenzione necessarie, incluso indossare e rimuovere le mascherine, in ogni fase del tour. Anche all’aperto, l’uso delle mascherine dovrebbe continuare in situazioni in cui le persone conversano nelle immediate vicinanze”.

In fase pandemica, il Giappone aveva imposto check di frontiera, tra i più restrittivi a livello globale. In quella fase, l’ingresso ai non residenti, era praticamente vietato in assoluto.

L’ingresso in Giappone, ora, verrà limitato ad individui pertinenti i 98 paesi “a basso rischio”, tra cui Gran Bretagna, Australia, Cina, Indonesia, Thailandia, Corea del Sud, Stati Uniti e Italia.