Il grave errore di Giorgia Meloni: Siria, diplomazia e migranti

Il grave errore di Giorgia Meloni: Siria, diplomazia e migranti

Perché il governo Meloni è in difficoltà sulla Siria, tra un piano migranti azzardato e l’imbarazzo per il tentativo di normalizzare Assad.

La recente caduta del regime di Bashar al Assad ha creato un terremoto diplomatico in Europa, ma soprattutto in Italia, dove il governo guidato da Giorgia Meloni è in evidente difficoltà. L’Italia è stata l’unico grande paese occidentale a tentare di riabilitare Assad, riaprendo l’ambasciata a Damasco e promuovendo un piano per il rimpatrio dei rifugiati siriani.

Tuttavia, il ribaltamento politico in Siria e il consolidamento delle forze anti-assadiste guidate da Abu Mohammed al Jolani hanno messo in crisi questa strategia, esponendo il governo italiano a critiche e imbarazzi.

Premier italiano Giorgia Meloni

La normalizzazione di Assad: una scelta rischiosa

Lo scorso luglio, l’Italia è stata il primo paese occidentale a ripristinare relazioni diplomatiche ufficiali con il regime di Assad, assegnando a Stefano Ravagnan il ruolo di ambasciatore. Questo gesto, unico nel suo genere, aveva l’obiettivo di promuovere un piano di rimpatrio per i rifugiati siriani e di ridurre l’influenza della Francia in una regione strategica.

Quindi, il regime di Assad è crollato, e la presenza diplomatica italiana si è trasformata in un boomerang: la residenza dell’ambasciatore è stata assaltata da miliziani, e il governo italiano si è trovato a dover negoziare per garantire la sicurezza del personale.

La scelta italiana di riabilitare Assad è apparsa più azzardata rispetto a quella di altri paesi occidentali, che hanno mantenuto un approccio più cauto. Anche gli Stati Uniti avevano avviato un tentativo di distensione con Damasco, ma senza esporsi troppo. L’Italia, invece, si è esposta apertamente, cercando un ruolo di leadership che però non ha ottenuto.

Governo Meloni: nuove incertezze

Il piano italiano prevedeva il rimpatrio volontario e sicuro di centinaia di migliaia di rifugiati siriani, soprattutto quelli presenti in Libano. Giorgia Meloni aveva proposto di agire in collaborazione con l’UNHCR e con organizzazioni umanitarie per creare zone sicure in Siria, ma il progetto si è arenato con la caduta del regime. La nuova leadership anti-assadista ha mostrato freddezza verso i piani italiani, mettendo in dubbio le intenzioni del governo Meloni.

La situazione lascia l’Italia in una posizione scomoda. Da un lato, Meloni deve gestire il fallimento del piano migranti; dall’altro, deve riposizionarsi diplomaticamente con il nuovo governo siriano. Inoltre, il pragmatismo dimostrato verso Assad rischia di compromettere i rapporti con gli alleati europei, molti dei quali hanno salutato con favore la caduta della dittatura.

L’imbarazzo italiano sulla Siria è emblematico di una politica estera poco coordinata e spesso in contrasto con quella dell’Unione Europea.