Il piano di Cingolani potrebbe non bastare
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Se Putin chiude i rubinetti il Piano Cingolani potrebbe non bastare

Roberto Cingolani

Il piano per il risparmio energetico potrebbe non bastare se Putin chiude i rubinetti in inverno.

Il ministro Cingolani ha presentato il piano di risparmio energetico. Intervistato dal Corriere della Sera chiarisce alle accuse da Mosca che l’Italia non prende ordini da nessuno. Secondo il ministro l’Italia sarà in grado di affrontare minimi sacrifici per una giusta causa, ovvero quella di rendersi indipendenti dalla Russia. Cingolani inoltre è ottimista sul futuro e non crede che Putin chiuderà i rubinetti all’improvviso.

“In caso di catastrofe si potrà pensare di abbassare la temperatura dei termosifoni di due gradi e accorciare i riscaldamenti di un mese, invece di due settimane. Per ora abbiamo tenuto fuori dai sacrifici la parte industriale, ma se dovesse servire coinvolgeremo le aziende» puntualizza il ministro della transizione ecologica. L’indipendenza dal gas russo arriverà soltanto alla fine del 2024 grazie al piano di diversificazione fatto in questi mesi dal governo.

Per quanto riguarda il Gnl, spiega che “una parte sarà trasformata mandando al 100% dell’operatività i nostri rigassificatori e gli altri 10 miliardi saranno trasformati dai due rigassificatori galleggianti. Piombino sarà pronto all’inizio del 2023 e Ravenna all’inizio del 2024». Sul piano appena presentato per il contenimenti dei consumi, ammette che non basterà e la prossima tappa saranno i razionamenti.

Roberto Cingolani
Roberto Cingolani
Leggi anche
Bce avverte Meloni: condizioni per lo scudo anti-spread

Con l’arrivo dell’inverno le misure non basteranno

ll piano promette un risparmio potenziale di 5,3 miliardi di metri cubi di gas ma gli esperti puntano massimo a 3. In ogni caso non basteranno a sopperire la mancanza del gas russo anche se arriveranno i 7 miliardi di gas dall’Algeria e funzioneranno a regime i tre rigassificatori, Tap e centrali a carbone. Per questo se Putin deciderà per la chiusura, il razionamento sarà l’unica scelta.

Per alcuni esperti il piano delle raccomandazioni e delle riduzioni volontarie è molto effimero e rischia di non reggere nemmeno contro la prossima ondata di gelo. «Arriverà il razionamento, che dovremo fare comunque se Putin chiude i rubinetti, sarà caotico e disastroso. Occorre fare subito un piano sperando che non serva». Anche perché altrimenti «in base alle ultime regole ce lo imporrà Bruxelles» ha chiarito la ministra delle pari opportunità Bonetti. «Il governo affronta le emergenze dell’oggi ma allo stesso tempo va avanti nell’ambito della transizione ecologica. Per sbloccare l’energia rinnovabile, però, bisogna sbloccare i vincoli paesaggistici, sburocratizzare e semplificare le procedure di approvazione».

Anche i consumatori di Assoutenti non credono che questo piano possa funzionare perché gli stoccaggi non bastano per affrontare la stagione invernale e a coprire i consumi seppure con razionamenti volontari.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2022 13:08

Bce avverte Meloni: condizioni per lo scudo anti-spread

nl pixel