Attraverso uno studio è emerso come negli ultimi due anni il numero delle nuove imprese sia diminuito drasticamente.
A causa del grande periodo di incertezza economica che stiamo attraversando a livello internazionale, la nascita delle imprese in Italia risulta piuttosto rallentata. Questa situazione è dovuta in particolare agli ultimi eventi accaduti, come la pandemia globale nel 2020, la crisi idrica all’inizio del 2022 e lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Questi eventi hanno contribuito all’aumento generalizzato del costo della vita: dai generi alimentari, al carburante fino alle bollette: ad oggi tutti i beni e servizi hanno subito un aumento dei prezzi. Nello specifico in Italia sono nate 10.587 in meno (-10,6%) rispetto al 2021. Il dato in questione rivela anche un calo del -5,9% anche sul 2019.
Lo studio Cerved
Il dato emerge attraverso uno studio del Cerved, di cui ha parlato anche il quotidiano Ansa. Stando allo studio, la situazione “non potrà che avere un impatto negativo sull’economia complessiva, perché le start-up negli ultimi 15 anni sono state il motore della crescita occupazionale“.
Secondo lo studio il dato in questionerischia di tradursi “in 27.080 addetti in meno e in un calo di 2,5 miliardi di fatturato, perché le nuove società apportano ricchezza, dinamismo e competitività al sistema, essendo caratterizzate da maggiore propensione per l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie, un’età media del management più bassa e maggiore attenzione ai temi di sostenibilità”.
Secondo Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, “lo sviluppo di nuova impresa è un indicatore chiave per monitorare la congiuntura economica e il dinamismo di settori e territori. Dai nostri dati emerge che il peggioramento delle aspettative dovuto a guerra, crisi energetica e inflazione ha frenato l’iniziativa imprenditoriale. Le start-up rappresentano il più importante driver di crescita occupazionale della nostra economia, nel 2021 hanno contribuito alla net job creation con un saldo positivo di 343 mila addetti, un valore pari a circa i due terzi del saldo occupazionale netto complessivo. In base alle nostre stime, il calo delle nascite nel 2022 si tradurrà in 27 mila addetti e 2,5 miliardi di fatturato persi”.