Il governo Meloni taglia gli incentivi auto con la Manovra 2025, riducendo i fondi e destinandoli al settore della Difesa.
Con la nuova Manovra 2025, il governo di Giorgia Meloni ha deciso di ridurre drasticamente gli incentivi auto, destinando le risorse liberate alla Difesa.
Secondo quanto stabilito dalle tabelle di accompagnamento alla Manovra, i fondi per il settore automotive subiscono un taglio dell’80 percento. Scendendo dai precedenti 5,8 miliardi di euro a soli 1,2 miliardi per il periodo fino al 2030.
Un taglio massiccio agli incentivi auto per il 2025
Dal 2022, anno in cui l’Ecobonus era stato introdotto dall’allora governo di Mario Draghi, gli incentivi hanno sostenuto in modo sostanziale la domanda di veicoli ecologici.
La riduzione a soli 200 milioni di euro all’anno per i prossimi anni – come riportato da Qui Finanza – rappresenta una cifra insufficiente. Specie considerando l’entità dei fondi destinati all’acquisto di veicoli nel 2024, pari a 790 milioni di euro.
Un esempio recente del successo del bonus è stata la rapidissima esaurimento dei fondi per le auto elettriche nel giugno scorso: in meno di un giorno erano stati utilizzati tutti i 201 milioni disponibili.
Il ministro Adolfo Urso ha tuttavia ribadito che: “Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi con particolare attenzione alla componentistica che è la vera forza del Made in Italy“.
Tuttavia, per l’Anfia questo spostamento delle risorse non basta. In un comunicato, l’associazione ha espresso forte preoccupazione. Definendo i fondi attuali “del tutto insufficienti” per sostenere una trasformazione della portata richiesta dal Green Deal e mantenere la competitività della filiera.
Il rischio di perdere un settore strategico
Con il Green Deal, le case automobilistiche sono chiamate a ridurre progressivamente le emissioni fino alla messa al bando della vendita di auto a combustibili fossili entro il 2035.
Alla luce di questi tagli, il presidente dell’Anfia ha dunque ricordato che: “L’automotive è il principale settore manifatturiero italiano, conta oltre 270mila addetti diretti, ha un fatturato di oltre 100 miliardi di euro ed è l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni“.
Il nostro Paese, secondo lui, rischia di veder crollare un settore strategico se non si troveranno nuove risorse.