Sanità pubblica: nuovi incentivi del governo

Sanità pubblica: nuovi incentivi del governo

Nel Cdm di ieri il governo ha deciso interventi in favore della sanità pubblica per una somma di 4,9 miliardi.

Oltre al nuovo codice degli appalti e alle misure contro il caro bollette, il Cdm di ieri ha dato il via libera ad interventi straordinari per riprendere la sanità pubblica che vive un periodo di profonda crisi.

A partire da giugno il governo ha deciso di porre una stretta sui medici “gettonisti” e incentivare le prestazioni mediche aggiuntive, ovvero gli straordinari per snellire le attese con tariffe da 60 a 100 euro.

Ma la sanità pubblica soffre di gravi carenze di personale e per questo necessita di misure strutturali più che straordinarie. Come ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Gemmato, questo decreto inizia con limare alcune “criticità presenti all’interno del nostro Sistema sanitario nazionale”.

Tra queste anche la questione del vincolo di esclusività per gli infermieri che potranno esercitare la professione anche oltre l’orario lavorativo.

medico prescrive ricetta

Stretta ai gettonisti

Queste prime misure vogliono limitare il ricorso ai medici a chiamata che potranno essere impiegati dalle Asl soltanto in caso di necessità e urgenza e senza possibilità di proroga. I gettonisti, sia medici che infermieri, potranno essere assunti esclusivamente nei reparti di emergenza e urgenza degli ospedali per un periodo non superiore a dodici mesi. Inoltre, verrà stabilito un tetto per la retribuzione.

Tutto ciò mira a evitare le uscite dei professionisti dal Sistema sanitario nazionale verso il privato. Per questo il governo prevede anche incentivi per le categorie più esposte come i medici dei Pronto soccorso: sono previsti fondi pari a 200 milioni di euro, la cui disponibilità è stata anticipata da gennaio 2024 a giugno 2023.

Misure per contrastare la fuga nel privato

Il decreto stabilisce che un professionista che esce volontariamente dal Ssn come dipendente per intraprendere l’attività come privato, non può ricostruire il rapporto con la sanità pubblica. Le misure riguardano anche gli specializzandi: in via sperimentale fino al 31 dicembre 2025, gli specializzanti possono intraprendere attività presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di 8 ore settimanali al di fuori dell’orario di formazione con un compenso di 40 euro lordi orari.

Inoltre, fino al 31 dicembre 2025 è consentito l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie in base ad una qualifica professionale conseguita all’estero. Infine, il decreto prevede una stretta per contrastare la violenza contro medici e infermieri. Ogni atto di violenza contro i professionisti sanitari viene infatti qualificato da oggi come ‘lesione grave’ ed è punibile con la reclusione da 4 a 10 anni, come già stabilito dalla legge 113/2020 sulla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie.

Argomenti