Nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della pandemia, il Tribunale di Roma ha escluso qualsiasi responsabilità penale per gli ex ministri.
Dopo la richiesta della Procura di Brescia sull’archiviazione dell’indagine nei confronti dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Sanità Roberto Speranza, indagati per la gestione della prima fase della pandemia da Covid, il Tribunale dei Ministri di Roma adesso ha confermato la propria decisione.
L’archiviazione per gli ex ministri
Mentre Roberto Speranza era titolare del dicastero quando la pandemia colpì il Paese, Giulia Grillo lo aveva preceduto e Lorenzin era stata ministro prima di lei. Erano 19 gli indagati nell’inchiesta per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo dei pm di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana.
Il tribunale dei ministri di Roma ha archiviato le posizioni degli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo nell’inchiesta Covid. Il tribunale di Brescia si era già occupato, a livello territoriale, delle posizioni di Giuseppe Conte e di Roberto Speranza, entrambe archiviate.
Il decreto di archiviazione
Nel decreto di archiviazione i giudici scrivono che “non vi era alcun obbligo relativo all’istituzione del Sottocomitato per la pandemia, ma una semplice facoltà rimessa a valutazione discrezionale del Comitato scientifico permanente”.
Per i magistrati, quindi, “l’istituzione del Sottocomitato appare un’opzione possibile, non un adempimento obbligatorio del Comitato Scientifico permanente atteso che quest’ultimo, in assenza del Sottocomitato, accentra tutte le funzioni che gli sono attribuite”.
Nella nota si legge che “in sede di interrogatorio, nelle memorie difensive, gli onorevoli Lorenzin, Speranza e la dottoressa Grillo hanno evidenziato di non aver mai ricevuto richieste o indicazioni in merito alla necessità della costituzione del Comitato per la pandemia”. Nel decreto di archiviazione viene detto infine che “nelle norme primarie indicate non si fa riferimento all’obbligo di costituire il Comitato nazionale per la Pandemia“.