Inchiesta Fondazione Open, spunta un prestito a Matteo Renzi. L’ex premier si difende e attacca i magistrati: “Cercano il senatore di Scandicci”.
FIRENZE – Inchiesta Fondazione Open, prestito a Matteo Renzi? Secondo quanto riportato da L’Espresso, l’ex premier avrebbe usufruito di una donazione di 700mila euro per comparsi la casa di Firenze. I soldi sarebbero arrivati da Riccardo Maestrelli, uno dei finanziatori dell’associazione finita nel mirino della Procura di Firenze.
Matteo Renzi coinvolto nella vicenda dell’inchiesta sulla Fondazione Open?
Il leader di Italia Viva non risulta ufficialmente indagato ma sono in corso gli approfondimenti sul presunto prestito arrivato dalla famiglia Maestrelli. Una cifra di 700mila euro che ha permesso a Matteo Renzi di acquistare la villa di Firenze.
Un ‘prestito’ mai restituito. I soldi sono arrivati da uno degli imprenditori più ricchi della Toscana e amico di famiglia tanto da averli versati sul conto della madre dell’ex premier. Da capire, in questo caso, il ruolo della Fondazione Open che potrebbe essere la classica associazione di appoggio ad un partito per ‘riciclare’ denaro in modo legale.
Renzi: “Soldi restituiti dopo quattro mesi”
Matteo Renzi ha respinto le accuse confermando di avere restituito i soldi ricevuti in quattro mesi
“Ho comprato casa a Firenze per 1.300.000 euro e ho venduto la mia casa di Pontassieve per 830.000 euro. Prima che si perfezionasse la vendita ho chiesto un prestito nel giugno 2018 a una conoscente, prestito che ho prontamente restituito nel novembre dello stesso anno […]. Un prestito personale, con sottoscrizione di una scrittura privata: una cosa del tutto legittima e ineccepibile. Prestito restituito in meno di cinque mesi.Ovviamente tutto tracciato con bonifico.
Ho poi acceso un mutuo di 1.000.000 di euro che sto pagando con la mia indennità parlamentare. Per completare le informazioni: grazie ai proventi personali regolarmente registrati ho dichiarato 830.000 euro nel 2018 e dichiarerò oltre 1.000.000 euro nel 2019. Nel 2019 ho pagato per adesso circa mezzo milione di euro di tasse. Questo per rispondere a chi dice che vivo di politica”.
Renzi attacca i magistrati: “Cercano il senatore di Scandicci”
Le ultime indiscrezioni non piacciono al leader di Italia Viva che si è paragonato al Mostro di Firenze: “Una volta cercavano lui, ora il senatore di Scandicci“. E poi sui social ha precisato: “Noi abbiamo seguito le regole mentre due giudici fiorentini dicono che Open era un partito. Chi decide chi fonda un partito? La politica o la magistratura? Colpisce il silenzio dei commentatori sul punto, decisivo per la democrazia di un paese“.
Nessun commento, invece, da parte di Matteo Salvini: “Non conoscono e quindi non posso giudicare. Non è un mio compito“.
La svolta in Cassazione
Sul caso Open una svolta arriva in Cassazione, dove i giudici, il 15 settembre 2020, hanno accolto il ricorso presentato da Marco Carrai contro il sequestro di documenti e pc in relazione all’indagine.