L’incubo di Putin: il segnale che arriva dopo l’uccisione del generale

L’incubo di Putin: il segnale che arriva dopo l’uccisione del generale

L’attacco ucraino contro il generale Kirillov rappresenta un chiaro messaggio al Cremlino e a Putin: “Colpiamo chi vogliamo”.

L’uccisione del generale Igor Kirillov a Mosca, in un’operazione che ha utilizzato un innovativo monopattino imbottito di esplosivo, segna una svolta nelle tensioni tra Ucraina e la Russia di Putin. Il generale, noto per la sua posizione nella divisione armi nucleari, chimiche e biologiche, è stato eliminato con precisione chirurgica dall’intelligence ucraina, inviando un messaggio chiaro al Cremlino: l’Ucraina non solo è in grado di colpire dove vuole, ma può farlo senza provocare danni collaterali significativi.

Questa azione, oltre ad avere un impatto simbolico, mostra la crescente capacità di Kiev di agire in territorio russo con operazioni mirate. Per Vladimir Putin, la perdita di una figura di tale rilievo rappresenta un duro colpo, anche a livello psicologico, sottolineando la vulnerabilità delle sue strutture militari interne.

Vladimir Putin

Il ruolo strategico del fattore Kursk

Il fattore Kursk gioca un ruolo cruciale nell’attuale conflitto. Dal 6 agosto, l’Ucraina ha stabilito una presenza nell’oblast russo, una mossa che ha alimentato malcontento all’interno della popolazione russa. Nonostante l’appoggio delle forze nordcoreane, il Cremlino non è ancora riuscito a respingere le forze ucraine dal territorio occupato, una situazione che alimenta critiche nazionaliste e mina l’autorità di Putin.

Il fallimento delle operazioni per riconquistare Kursk è percepito come un simbolo di debolezza, con i social russi che riflettono un crescente malumore patriottico. La posizione ucraina nell’oblast crea inoltre un importante punto di leva diplomatica per i negoziati futuri, consolidando l’idea che Kiev non sia disposta a cedere senza ottenere concessioni significative.

L’incubo del crollo dell’Impero di Putin

Per Putin, il vero timore è il crollo dell’Impero russo. Le regioni asiatiche della Russia, meno patriottiche rispetto ai centri urbani europei come Mosca e San Pietroburgo, mostrano segni di crescente insofferenza. Il rischio di frammentazione è reale, con la possibilità di vedere emergere decine di nuove nazioni indipendenti, ognuna con la propria lingua, cultura e governo.

Il Forum delle Nazioni Libere della post-Russia, emerso dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, incarna questa visione di una Russia frammentata. Supportato da alcuni paesi occidentali, il progetto mira a sfruttare il logoramento militare russo per accelerare il processo di dissoluzione.

Per il Cremlino, la guerra in Ucraina non rappresenta solo una battaglia territoriale, ma il tentativo di mantenere intatta l’integrità di uno stato che rischia di disintegrarsi sotto il peso di pressioni interne ed esterne. Il messaggio ucraino, tuttavia, è chiaro: Kiev è pronta a negoziare, ma da una posizione di forza.