Ecco come la Lega avrebbe pagato decine di propri dipendenti con i soldi degli italiani. A riferirlo è un’indagine condotta da Fanpage.
ROMA – La Lega avrebbe pagato decine di propri dipendenti con i soldi degli italiani. A riferirlo è Fanpage che nelle ultime settimane ha condotto un’indagine raccogliendo anche delle dichiarazioni di una fonte che ha lavorato fino al 2017 all’interno dell’amministrazione del Carroccio. La persona è venuta a conoscenza dei fatti “direttamente da Giorgetti, oltre che dai vari dipendenti di via Bellerio“.
L’escamotage della Lega: l’inchiesta di Fanpage
L’inchiesta di Fanpage è iniziata nei mesi scorsi. Le indagini si riferiscono al quinquennio 2013-2017 quando il Carroccio ha incassato contributi pubblici per circa due miliardi di euro. E questo considerando solo la Regione Lombardia ma a questi vanno aggiunti anche quelli delle amministrazione che ai quei tempi erano gestite dal partito di via Bellerio.
Questi ricavi sarebbero stati utilizzati per pagare una decina di dipendenti della Lega. Si tratta di una legge che pone dei limiti visto che questi soldi possono essere utilizzati solo per le attività di partito. “I gruppi consiliari – precisa la legge – non possono utilizzare, neppure parzialmente, i contributi erogati dal Consiglio regionale per finanziare direttamente o indirettamente le spese di funzionamento degli organi centrali e periferici dei partiti“.
Le dichiarazioni della fonte
La conferma di questi pagamenti è arrivata da una fonte citata da Fanpage: “Ricordo che Giorgetti chiedeva al presidente del gruppo regionale della Lega in Lombardia, che all’epoca era Stefano Galli, quanti soldi aveva a disposizione per pagare il personale che lavorava in via Bellerio […]. Erano persone che seguivano le attività dei vari sindaci sparsi sul territorio, gli enti locali, organizzavano le feste di Pontida o di Venezia, tutto questo genere di attività. Io ero lì, le vedevo tutti i giorni al lavoro. E’ andata avanti per molti anni, almeno fino al 2017, dopodiché non so, perché da allora non faccio più parte del partito“.
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