I sistemi di infotainment sono sempre più diffusi e completi, specie sui modelli di più recente generazione, e abbracciano una gamma sempre più ampia di funzionalità e applicazioni.
Il termine infotainment è un neologismo di origine anglosassone, utilizzato per la prima volta nel corso di una conferenza dell’Institute of Information Scientists and the Library Association, tenutasi a Sheffield nel 1980. La parola deriva dalla fusione di due termini preesistenti: information e entertainment che significano, rispettivamente, informazione ed intrattenimento. In ambito automobilistico, si parla di infotainment quando si vuole indicare il complesso di dotazioni tecnologiche di bordo (software e hardware) in grado di abbinare la funzione intrattenimento a quella dell’informazione.
L’infotainment auto
Il sistema di infotainment, noto per estensione anche come ‘in-car entertainment‘ (ICE), o ‘in-vehicle infotainment‘ (IVI), include tutti i dispositivi audiovisivi disponibili all’interno di un’auto: impianto stereo, lettore CD/DVD, autoradio (con relativo impianto e altoparlanti), lettore MP3 e schermo (anche touch). Ovviamente, all’interno di questo genere di dotazione, rientrano anche i tasti fisici (leve, manopole e pulsanti), i comandi vocali o touch e quelli integrati nelle razze dei volanti multifunzione di più recente generazione. Alla componente hardware si aggiunge quella dei software: sistemi ed applicazioni che cercano di andare incontro ad una vasta gamma di esigenze di chi si mette alla guida. Può essere di serie o montato successivamente (infotainment aftermarket).
La presenza di un sistema – più o meno accessoriato – di infotainment di bordo, infatti, nasce dalla collaborazione tra le maggiori case automobilistiche del mercato mondiale e le società che si occupano di sviluppare e implementare sistemi multimediali specifici per il settore delle automotive. Non a caso, alcuni dei maggiori brand del settore dell’auto hanno sviluppato un pacchetto completo di applicazioni, abbinate a specifici dispositivi, che rappresentano l’offerta esclusiva del marchio o del gruppo. Ne sono esempi il SYNC (Ford), l’Uconnect e Uconnect Live (infotainment FCA), o l’MBUX (Mercedes-Benz).
Le applicazioni infotainment
Ogni sistema di infotainment – specie se ‘di marca’ – offre numerose applicazioni. Le più diffuse sono Apple CarPlay e Android Auto. Per essendo sviluppate da marchi concorrenti, funzionano pressappoco nella stessa maniera. Se i dispositivi tecnologici presenti all’interno dell’abitacolo sono abbastanza evoluti da supportare una delle due applicazioni, queste possono interagire con il software dell’auto e – di fatti – trasformare lo smartphone nel computer di bordo. In altre parole, queste due applicazioni permettono di gestire le funzionalità accessibili tramite il proprio telefono cellulare attraverso il display dell’abitacolo utilizzandone i comandi (per accedere a mappe di navigazione, profili social o altro); si tratta del cosiddetto infotainment con screen mirroring.
Detto della funzione di ‘intrattenimento’, l’infotainment ha anche il compito di fornire, più o meno direttamente, informazioni utili al conducente. In quest’ottica, anche la strumentazione integrativa fa parte del sistema di ‘infotrattenimento’ (volendo usare una sgraziata traduzione italiana). Sia attraverso i dispositivi di bordo (di serie o opzionali disponibili su richiesta) sia tramite specifiche applicazioni, l’infotainment è in grado di tenere aggiornato il cliente su numerosi parametri che monitorano il comportamento dell’auto: erogazione di potenza e coppia, pressione dei pneumatici, temperatura esterna e altro. Per quanto concerne navigazione e traffico, molti sistemi integrano apposite applicazioni, in grado di registrare percorsi, segnalare incidenti, rallentamenti e ogni altro genere di informazione utile anche in tempo reale (Waze, ad esempio, è un’app di navigazione che abbina il lavoro di un team di sviluppatori ai contributi offerti dalla comunità degli utenti).
Pregi e difetti
Figlio del progresso tecnologico e della progressiva diffusione degli smartphone, lo sviluppo di sistemi di infotainment sempre più potenti non è un fenomeno del tutto positivo. Una connettività di bordo sempre più capillare ed efficiente può senza dubbio rivelarsi utili – se non indispensabile – in caso di incidente, tramite l’attivazione di specifiche funzionalità (come ad esempio la chiamata d’emergenza o l’integrazione di servizi di assistenza e soccorso).
Di contro, il rischio di essere sempre più distratti alla guida è piuttosto concreto. Ogni sistema di infotainment, infatti, non consente soltanto di avere a portata di mano (o di volante) le applicazioni più strettamente inerenti la guida, ma anche di gestire (spesso su un display molto più grande) le opzioni ‘basilari’ del proprio smartphone: accesso alla rubrica, effettuare e ricevere chiamate, inviare o leggere messaggi, selezionare la musica da ascoltare o navigare in internet. Se è vero che utilizzando le app preposte e avendo a disposizione sistemi di bordo compatibili, tutto ciò è possibile senza staccare le mani dal volante; di contro, è innegabile che in sostanza la possibilità di distrarsi resta elevata, benché il controllo della vettura è decisamente più solido.
L’utilizzo di sistemi e app di infotainment durante la guida da parte del conducente si colloca in una zona piuttosto grigia del Codice della Strada e di altre regolamentazioni del comportamento degli automobilisti. In Italia, ad esempio, è esplicitamente proibito l’utilizzo di “di apparecchi radiotelefonici” (articolo 173 del Codice della Strada) e di cuffie mentre è consentito utilizzare apparecchi a viva voce o che impongano l’uso di auricolare, purché non sia necessario l’utilizzo delle mani e il conducente abbia sufficienti capacità uditive ad entrambe le orecchie. Inoltre, la vasta dotazione di funzionalità include nell’infotainment di bordo possono esporre la vettura a tentativi di hackeraggio a distanza.
Altro aspetto da tenere in considerazione è l’impatto dei sistemi ICE o IVI sull’affidabilità dell’auto. Dallo studio condotto nel 2017 da J.D. Power (Vehicle Dependability Study 2017) emerge come il 22% dei problemi di malfunzionamento della vettura dipendano dai sistemi di infotainment. La ricerca, svolta interpellando un campione composto da 35mila automobilisti, ha inoltre evidenziato come i problemi di connessione e compatibilità tra i dispositivi mobili e quelli di bordo sia fonte di stress e insoddisfazione. In un’altra indagine svolta dallo stesso autore emerge come spesso l’infotrattenimento di bordo resti inutilizzato: circa il 50% dei consumatori interpellati non lo ha mai usato nei primi tre mesi dall’ acquisto dell’auto. Questo dato si spiega anche con una sorta di divario generazionale: gli utenti più giovani sono maggiormente attratti da una dotazione tecnologica di ultima generazione e per tanto rappresentano un target più appetibile per le campagne di promozione commerciale da parte dei costruttori ma nella realtà dei fatti una buona fetta della clientela non ha particolare dimestichezza con la più complessa tecnologia di bordo.
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