La storia di Maurizio Cocco, l’ingegnere di Fiuggi detenuto in condizioni inumane in un carcere della Costa d’Avorio.
In un angolo remoto della Costa d’Avorio, Maurizio Cocco, un ingegnere originario di Fiuggi, vive da quasi due anni un’esperienza da incubo, intrappolato in un sistema penitenziario al limite dell’umano. Recluso in condizioni disumane, Cocco ha recentemente intrapreso uno sciopero della fame, un grido disperato di protesta contro un’incredibile ingiustizia.
Il calvario in una cella sovraffollata
Maurizio Cocco condivide una misera cella di 50 metri quadrati con quasi duecento detenuti, un numero ben oltre la capienza massima consentita. Questa realtà, segnata da condizioni igieniche precarie e una costante lotta per la sopravvivenza, evidenzia una crisi umanitaria sottovalutata. Il quotidiano Il Messaggero riporta che Cocco, ormai ridotto a pesare soli 40 chilogrammi, resiste grazie al sostegno economico e morale fornito dalla sua famiglia, che in queste ore oscure gli è stata ancor più vicina.
Una richiesta di aiuto disperata
La situazione di Cocco ha raggiunto un punto critico, spingendo la sua famiglia a sollevare un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, implorando un intervento urgente. Il penitenziario, progettato per 1500 detenuti, ne ospita in realtà 12mila, un sovraffollamento che trasforma la detenzione in una tortura quotidiana. Le organizzazioni umanitarie, come Amnesty International, hanno denunciato le condizioni estreme del carcere, dove mancano le cure mediche e le infezioni si diffondono indisturbate.
Nonostante le accuse di narcotraffico e riciclaggio si siano rivelate infondate, una condanna per frode fiscale tiene ancora Cocco dietro le sbarre, con una cauzione fissata in oltre mezzo milione di euro. La sua battaglia legale, complicata da procedure dubbie e mancanza di prove concrete, si è trasformata in una vera e propria odissea giudiziaria.
Il sito FrosinoneToday sottolinea come lo sciopero della fame intrapreso da Cocco miri a far luce sulla sua situazione disperata. Nel frattempo, la Farnesina sta lavorando per portare il caso all’attenzione dell’ambasciata italiana ad Abidjan, con la speranza di ottenere sviluppi positivi nei prossimi giorni.