Elon Musk dovrà fronteggiare un’aspra polemica su uno dei suoi più grandi investimenti: il social che ora si chiama “X”.
Fare pubblicità su Twitter, che ora si chiama “X” ed è protagonista di un restyling, rappresenta un grosso rischio. E non perché il social sta cambiando completamente – il logo, i colori e la dashboard – ma perché la piattaforma è colpevole di aver proposto alcune pubblicità al fianco di post pieni zeppi di contenuti discutibili quali frasi naziste, razziste o peggio.
Brian Dietz, portavoce di NCTA e di GIlead, una società farmaceutica, ha voluto distanziarsi da “X”, dicendo: “Prendiamo molto sul serio il posizionamento degli annunci NCTA e siamo preoccupati che i nostri post siano apparsi accanto a questo contenuto altamente inquietante. La sicurezza del marchio rimarrà una priorità assoluta per NCTA, e questo vuol dire sospendere la pubblicità su Twitter/X per il prossimo futuro e limitare la presenza organica di NCTA sulla piattaforma“.
I peccati di Musk
L’origine dei mali di Twitter potrebbe essere proprio il responsabile della sua transizione in “X”: Elon Musk. Il magnate sudafricano ha acquistato la piattaforma per 44 miliardi di dollari e l’ha rivoluzionata, cercando di riportare sul social la libertà di parola senza limiti e cancellando l’area moderazione prima presente.
Gli inserzionisti erano subito scappati e a quel punto Musk si era diretto alle aziende che producevano cannabis legale, trasformando Twitter nel primo social che sponsorizzava marijuana. Ora, però, anche il resto degli inserzionisti potrebbe migrare altrove, spaventato dalla possibilità che vicino al proprio slogan, come per magia, compaia una svastica.
