Crisanti al ‘Corriere della Sera’: “Possibile un periodo di stop di due o tre settimane per resettare il sistema”.
ROMA – “Un lockdown per resettare il sistema”. E’ questa l’ultima proposta del microbiologo Andrea Crisanti ai microfoni del Corriere della Sera. “Prima di tutto – ha spiegato il professore – applicherei con gradualità misure di restrizione accettabili dal punto di vista economico, con una politica aggressiva di identificazione dei focolai e zone rosse. E poi farei un rest della situazione per due-tre settimane, una sorta di pausa di riflessione, implementando limitazioni di movimento e alle attività. E solo dopo aver portato la curva ad un punto di sopportazioni ripartire con la sorveglianza attiva”.
Crisanti: “Curva fuori controllo”
Un aumento dei contagi che preoccupa Crisanti: “Il sistema di controllo dell’epidemia si sta sbriciolando ed è finito fuori controllo. Per affrontare un carico del genere servirebbero risorse gigantesche per tamponi, reagenti e struttura. Bisognava contenere il contagio sotto quota duemila. Ci siamo riusciti per un po’, dopodiché la prima linea di difesa è saltata e il sistema è crollato“
E sull’ipotesi di un nuovo stop a Natale precisa: “Sul reset bisognerebbe intervenire quando i casi non sono troppi […]. Io avevo ipotizzato il periodo di fine dicembre, anche perché in quei giorni le scuole sono chiuse e la vaporiera industriale rallenta. Tutto dipende dalle prossime settimane“.
Crisanti: “Non è giusto dare la colpa agli italiani”
Crisanti è da sempre molto critico nei confronti del Governo e del Cts: “Non sono stati fatti i necessari investimenti in sorveglianza e prevenzione, unico sistema possibile per fermare i focolai. Quando abbiamo riaperto scuole e attività non c’è stato un parallelo aumento della capacità di fare test, l’unica cosa che ci avrebbe difeso. In ogni caso, non è giusto dare la colpa agli italiani, che sono vittime di quello che sta accadendo“.
L’intervista completa di Andrea Crisanti