Salvini: “Quest’estate tornerò al Papeete”. E annuncia: “Nuovi ingressi dal M5s”

Salvini: “Quest’estate tornerò al Papeete”. E annuncia: “Nuovi ingressi dal M5s”

Salvini ai microfoni di Agorà: “Quest’estate tornerò al Papeete, anche se potrà dare fastidio a qualche radical chic”.

ROMA – In un’intervista ai microfoni di Agorà, trasmissione in onda su Rai3, Matteo Salvini ha annunciato un possibile ritorno al Papeete nelle prossime settimane: “Se posso andrò di nuovo, ma solo per qualche giorno perché spero che il Parlamento lavori […]. Spero di poter dare ai miei figli qualche giorno di tranquillità. Anche se farlo in una spiaggia italiana può dare fastidio a qualche radical chic“.

Gli attacchi alla maggioranza

Nell’intervista Matteo Salvini ritorna anche sull’argomento scuola: “Non sappiamo ancora come ci andranno a settembre […]. Non è una questione personale, ma la ministra Azzolina è riuscita a far arrabbiare tutti, sindaci, insegnanti e genitori. Se è in grado, faccia ripartire la scuola. Altrimenti può fare altro, sarà una persona bravissima su tanti altri fronti“.

E sul futuro sulla maggioranza dice: “Ogni giorno perdono due pezzi. Non so quanto potranno andare avanti […]”. Argomento affrontato anche durante la sua visita a Bari confermando ingressi “nei prossimi giorni dal MoVimento 5 Stelle e non solo. Si tratta di persone specchiate, che porteranno il loro valore aggiunto.

Matteo Salvini

Europa

Il leader della Lega commenta anche la risposta europea alla crisi economica: “L’Italia a Bruxelles ha versato 141 miliardi di euro in questi anni. Noi non vogliamo soldi degli altri, ma semplicemente usare una parte di quelli che abbiamo dato a loro. Non lo dico perché sono sovranista, ma perché gli italiani vengono prima delle simpatie dei tedeschi e francesi“.

Mascherina

Conclusione sulle polemiche per i video che lo ritraggono senza mascherina: “Mi misurano la febbre 30 volta al giorno, dovrei essere al di sopra di ogni sospetto. Dovrei essere io ad essere preoccupato. Più che questo, vorrei sottolineare le condizioni impossibili in cui lavorano le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, che nelle carceri sono trattati peggio degli spacciatori che controllano“.