Si ragiona sui numeri del governo Draghi: l’ex Presidente della Bce avrebbe i voti necessari per partire? Dipende.
Mario Draghi avvia il giro di consultazioni con una certezza: trovare una maggioranza non sarà cosa semplice. La nomina dell’ex Presidente della Bce sembra rilanciare la maggioranza Ursula che avrebbe dovuto salvare Conte e che invece non si è ricompattata costringendo il premier a rassegnare le dimissioni. Ora l’ex Presidente della Bce deve fare i conti (nel vero senso della parole) con un problema decisamente politico. Il governo Draghi ha i numeri alla Camera e al Senato?
Draghi potrebbe ricompattare la maggioranza Ursula?
Non ci sono dubbi sul fatto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia affidato l’incarico ad una figura fortemente e profondamente europeista. Non a caso è salutato come il salvatore dell’Euro e non a caso vanta della stima dei principali leader europei. Non dimentichiamo che lo stesso Conte aveva rivolto il suo appello a tutti gli europeisti, chiamati a sostenere la nuova maggioranza di governo. Fallito almeno per il momento il Conte ter, si prova a ricompattare la maggioranza intorno al nome di Mario Draghi nella speranza che Forza Italia possa sostenere il nuovo esecutivo.
E si torna così alla maggioranza Ursula. Si tratta della maggioranza che ha portato Ursula von der Leyen alla guida dell’Unione europea. In quell’occasione votarono a favore Pd, M5s e Forza Italia. Sostanzialmente tutti tranne Lega e Fratelli d’Italia.
Al momento dal Centrodestra non arrivano particolari aperture. Giorgia Meloni tiene il timone dritto verso le elezioni ma apre al dialogo facendo sapere di essere pronta ad accettare l’astensione in occasione del voto di fiducia a patto che si astengano anche Lega e Forza Italia. Insomma, il Centrodestra si muove con circospezione in attesa di capire programma e nomi del governo Draghi.
Chi potrebbe sostenere il governo Draghi?
Prima dell’inizio delle consultazioni si brancola nel buio, anche perché è difficile assicurare la fiducia in base ad un nome, senza conoscere il programma di governo e senza conoscere i nomi della squadra. Draghi potrebbe decidere di puntare su un governo tecnico o su un governo politico. Con l’obiettivo di allargare la maggioranza potrebbe procedere con la formazione di un misto, chiamando sia tecnici che politici. Senza queste informazioni è difficile muoversi. Solo Matteo Renzi ha accettato la scommessa a scatola chiusa facendo sapere di essere pronto a sostenere il nuovo esecutivo.
Nel Partito democratico l’idea sarebbe quella di sostenere Draghi, ma nessuno vuole arrivare allo strappo con il Movimento 5 Stelle e LeU. Nei 5 Stelle sta maturando l’idea di non sostenere il governo Draghi se dovesse essere un governo tecnico. Se nell’esecutivo dovesse trovare spazio la politica allora si può ragionare.
La coalizione di Centrodestra è in fermento. Giorgia Meloni spinge per il no a Draghi, Forza Italia invece è la forza politica forse più vicina all’ex Presidente della Bce. In mezzo c’è la Lega. L’idea sarebbe quella di muoversi uniti colpi di scena in corso d’opera non sorprenderebbero nessuno.
I numeri del governo Draghi
La sensazione è la partita alla fine possano deciderla la Lega e il Movimento 5 Stelle. Uscendo dalle logiche di coalizione, Pd, LeU, Italia Viva, Forza Italia e diverse realtà del Misto dovrebbero sostenere il governo. Fratelli d’Italia dovrebbe votare contro. A questo punto a determinare le sorti dell’incontro sono proprio gli ex alleati del primo governo Conte.
Nel caso in cui la Lega dovesse decidere di sostenere il governo Draghi, la decisione dei pentastellati diventerebbe ininfluente. Anche senza il Movimento 5 Stelle l’esecutivo del Presidente dovrebbe incassare la fiducia sia alla Camera che al Senato.
Nel caso in cui la Lega invece votasse contro, il governo Draghi potrebbe partire solo con l’appoggio del Movimento 5 Stelle.
Nelle ultime ore nella coalizione di Centrodestra sta prendendo piede l’ipotesi astensione. In questo caso per il governo Draghi potrebbe partire ma tra mille incognite.