ll Decreto Aiuti bis dovrebbe prevedere il taglio dell’Iva sui beni alimentari di prima necessità.
Oggi il ministro dell’Economia Franco presenterà in Cdm l’assestamento di bilancio per finanziare il decreto Aiuti-bis. Questo provvedimento vale 12-13 miliardi di euro per prorogare fino a fine anno gli sconti sulle bollette a famiglie e imprese e il taglio delle accise sui carburanti di 30 centesimi. Tra queste misure c’è il possibile taglio dell’Iva sui beni alimentari di prima necessità e un’ipotesi dei 200 euro bis.
La misura dei 200 euro bis per i redditi medio-bassi potrebbe non trovare ostacoli nell’ex maggioranza che sosteneva il governo Draghi. In alternativa a questo potrebbe esserci l’ipotesi del taglio dell’Iva sui beni di prima necessità come pane, latte, verdura, frutta e carne. Questa misura però ha pro e contro perché se da un lato alleggerire il carrello della spesa, andrebbe ad agevolare e aiutare anche chi non è in difficoltà.
Alternativa al bonus 200 euro
Come ha detto il sottosegretario all’Economia “con un miliardo si potrebbe azzerare l’Iva al 5% e dimezzare quella al 10% su alcuni prodotti mirati per 3-4 mesi”. “Penso a pane, latte, verdura, frutta, carne. Abbiamo una settimana per trovare la quadra politica e con le parti sociali: possiamo farcela” ha sottolineato il leghista. Ma i sindacati non sono molto d’accordo su questa ipotesi perché “L’aumento vertiginoso dei prezzi sta colpendo duramente lavoratori e pensionati minacciando il potere d’acquisto delle retribuzioni.”
La situazione già allarmante rischia anche di aggravarsi mettendo a rischio la ripresa del paese. Per questo bisogna adottare misure per contrastare l’impatto dell’inflazione. “E’ prioritario, dunque, intervenire azzerando l’Iva sui beni di prima necessità come pane, pasta, latte, frutta e verdura. Si tratta di provvedimenti urgenti che non possono aspettare settembre considerata l’instabilità dell’attuale quadro economico” ha detto il segretario Ugl.
Confesercenti e Confcommercio sono favorevoli al taglio dell’Iva perché in questo modo rilancerebbe i consumi. Questa misura costerebbe molto alle tasche dello Stato mentre c’è chi invece predilige il bonus dei 200 euro perché riguarderebbe il ceto meno abbiente mentre il taglio dell’Iva riguarda tutti.