Iran, proteste per la morte di Mahsa Amini

Iran, proteste per la morte di Mahsa Amini

In Iran si infiammano le proteste per la morte della 22enne Mahsa Amini dopo essere stata accusata di indossare male il velo.

La giovane Mahsa Amini è stata accusata di aver indossato male il velo, motivo per cui viene arrestata. Ma durante il tempo passato in carcere, la 22enne perde la vita, presumibilmente in seguito ai maltrattamenti subiti. La polizia non si assume la responsabilità della sua morte dando la colpa a “problemi mentali” della ragazza. Le proteste contro il caso si sono accese in Iran causando vittime e feriti.

bandiera Iran

Il caso di Mahsa Amini

La 22enne è stata arrestata dalla polizia perché non indossava correttamente il velo. E’ deceduta per i maltrattamenti in carcere, e da qui si accende la protesta di cui almeno 5 i morti, 75 i feriti e 250 le persone arrestate.

Il gruppo curdo per i diritti umani Hengaw ha dichiarato che le vittime sono state uccise con colpi di arma da fuoco in Kurdistan, dopo essere state represse con forza. Non solo la città di Mahsa Amini è stata protagonista di manifestazioni, ma anche le università di Teheran, Tabriz e Yazd e in città come Isfahan.

Nei video che mostrano le immagini delle manifestazioni, si vedono chiaramente le donne che si filmano mentre bruciano il loro hijab o se lo levano dal capo. A loro si unisce anche un calciatore dell’Esteghlal di Teheran, Zobeir Niknafs, che ha pubblicato sui social un video in cui si rasa i capelli.

L’Onu esprime grande preoccupazione per la reazione violenta delle forze di sicurezza durante le proteste e per il caso concernente della 22enne. Anche il capo della diplomazia Ue Joseph Borrell ha condannato la morte di Mahsa definendola “inaccettabile”. La polizia respinge ogni responsabilità per la morte della giovane, sostenendo come la 22enne avesse “problemi medici”.

Sono gli attivisti e le associazioni per i diritti umani ad aver lanciato accuse di violenze e abusi da parte degli agenti, convinti L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Unhchr) ad interim, Nada Al-Nashif commenta dicendo: “La tragica morte di Mahsa Amini e le accuse di tortura e maltrattamenti devono essere indagate in modo rapido, imparziale ed efficace da un’autorità indipendente competente, assicurando, in particolare, che la sua famiglia abbia accesso alla giustizia e alla verità