Isaac Asimov le tre leggi della robotica
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Direttore: Alessandro Plateroti

Isaac Asimov le tre leggi della robotica

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Ormai tutti conosciamo il fatto che la tecnologia sta avanzando a ritmo sostenuto, soprattutto nel campo della robotica.

Il numero di robot utilizzati nella nostra società aumenta di anno in anno e queste macchine stanno assumendo funzioni sempre più complesse nella nostra società ed è essenziale stabilire norme e regolamenti per disciplinare il loro comportamento tra le persone.

Tuttavia la robotica non è una disciplina recente come si potrebbe pensare. Per la prima volta il termine compare negli anni 40 nelle pagine del romanzo di fantascienza “Bugiardo!” di Isaac Asimov.

All’interno dello stesso testo compaiono anche le famose tre leggi della robotica.

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La prima legge della robotica.

Come descritto in maniera molto dettagliata nel blog Tech4future.info, tutte e tre le leggi di Asimov sono un insieme di regole per il comportamento dei robot. Sono state introdotte da Isaac Asimov nel 1942 e inizialmente enunciate dalla dottoressa Susan Calvin, un personaggio immaginario delle sue storie.

Le leggi sono state estese ed elaborate da altri autori e organizzazioni. Molte opere successive fanno riferimento alle leggi di Asimov e si basano su di esse, ma poche aggiungono nuove regole o leggi.

Nello specifico la prima legge di Asimov recita testualmente: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno”.

La seconda legge della robotica

La seconda legge è strettamente collegata alla prima ed essa recita testualmente: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge”.

Tale legge quindi pone l’accento su un aspetto morale e su un utilizzo della robotica condizionato da finalità giuste e universalmente accettate come moralmente corrette.

La terza legge della robotica

La terza legge si pone in un piano diverso rispetto alle due precedenti in quanto, a differenza delle altre, tutela il principio dell’autosopravvivenza dei robot e non è focalizzata sul benessere degli uomini.

“Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge” è il testo della terza legge.

Le critiche principali ed i paradossi delle legge della robotica.

E’ incredibile pensare come la robotica, molti anni dopo le leggi di Asimov, si sia diffusa in tanti ambiti differenti tra loro.

La robotica è attualmente un denominatore tecnologico comune a diversi settori. Sebbene l’hardware utilizzato in ciascuna applicazione possa essere diverso, in ultima analisi è il software a determinare come e quanto autonomamente il robot risolverà le esigenze di ciascuna applicazione.

In realtà, le leggi sono attualmente difficili da applicare: sarebbero necessari progressi significativi nell’intelligenza artificiale perché i robot possano comprendere tali leggi. Inoltre, poiché i finanziamenti militari sono una delle maggiori fonti di finanziamento della ricerca robotica, è improbabile che tali leggi vengano attuate a breve.

Il problema delle leggi della robotica è che, così come sono state concepite, esse falliscono nel concreto. Prendiamo il caso di un attentatore. La prima legge della robotica afferma che un robot non può recare danno ad un uomo quindi il robot si tratterebbe nella condizione di non poter intervenire. In realtà in questo caso sono stati progettati dagli uomini dei robot con l’obiettivo di fare irruzione in contesti di pericolo per la popolazione e di rendere inoffensivi attentatori e soggetti pericolosi.

Altra situazione paradossale è il caso dei robot in campo medico. Robot vengono utilizzati con successo per compiere interventi chirurgici di altissima precisione e poco invasivi.

Anche in questo caso questa tipologia di robot non riuscirebbero a svolgere il proprio lavoro senza creare un minimo di dolore e sofferenza al paziente.

Il futuro della robotica

La prossima generazione di robot sarà in grado di prendere decisioni molto complesse, per questo è essenziale che siano programmati da professionisti qualificati.

I robot si evolvono rapidamente e diventano sempre più complessi. Ciò significa che la programmazione di queste macchine richiederà una grande quantità di competenze e conoscenze, che possono essere acquisite solo attraverso la formazione in corsi specializzati.

L’evoluzione della robotica ha anche implicazioni sociali che devono essere affrontate dal quadro normativo. Per questo motivo è necessario garantire che i robot siano programmati in modo responsabile ed etico, in modo che possano aiutarci a migliorare la nostra vita nel rispetto dei nostri valori.

L’Unione Europea ha riconosciuto questa tendenza e ha proposto una normativa sull’intelligenza artificiale (IA), che stabilisce regole per un uso responsabile dei robot. La proposta di regolamento si concentra sull’importanza della trasparenza e della responsabilità nello sviluppo dei sistemi di IA, in modo da non compromettere l’autonomia umana o la protezione della privacy.

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ultimo aggiornamento: 2 Dicembre 2022 17:42

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