Ue, l’Italia resta ai margini: nei ruoli chiave non ci siamo

Ue, l’Italia resta ai margini: nei ruoli chiave non ci siamo

L’Italia resta ai margini dell’Unione europea di Ursula von der Leyen. Gli italiani restano fuori dai gabinetti chiave come immigrazione e coesione.

Inizia a prendere forma la nuova Unione europea di Ursula von der Leyen e sembra evidente che l’Italia ricopra un ruolo marginale. Nonostante il governo giallorosso sia stato accolto con tutti gli onori dall’Ue, nei posti chiave della nuova formazione non c’è rappresentanza (influente almeno) del nostro esecutivo.

Italia ai margini dell’Unione europea di Ursula von der Leyen

In Europa continua ad avere un posto di primissimo piano la Germania, che porta a casa cinque capi di gabinetto su ventisette. L’Italia ne piazza due, uno all’Economia e uno all’Energia, ma nessuno dei due sembra in grado di poter ribaltare le sorti di una discussione. Sono incarichi di responsabilità e prestigio, ma dal punto di vista decisionale le potenzialità sono quantomeno limitate. E questo in qualche modo lo hanno voluto sottolineare anche da Bruxelles, quando circolava la voce che grazie a Gentiloni il governo avrebbe potuto fare uno strappo alla regola convinto del fatto che l’Ue avrebbe chiuso un occhio. Così non è stato, così non è e con ogni probabilità così non sarà.

Fonte foto: https://www.facebook.com/europeanparliament

Non c’è Italia nell’immigrazione

A proposito di ruoli chiave in ambito economico, pesa l’assenza dell’Italia nel gabinetto di Elisa Ferreira. Da questo ufficio passeranno i fondi della Coesione, soldi per il Mezzogiorno di cui l’Italia avrebbe un grande bisogno, inutile nasconderlo.

Altra assenza pesante è quella nel gabinetto di Schinas, che si occuperà del tema dell’immigrazione. In questo caso il fatto che manchi una rappresentanza italiana è quasi paradossale, oltre che politicamente poco lungimirante. Il nostro è il Paese di arrivo, e il fatto che a Bruxelles non abbia voce in capitolo negli uffici di competenza appare inspiegabile.

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