A Bologna, dal 18 al 23 novembre, l’Italia può riscrivere la storia: dopo la vittoria nella Billie Jean King Cup.
Nel tennis mondiale, ci sono traguardi che valgono più di un trofeo. Quello che l’Italia potrebbe raggiungere a novembre 2025, nella Final 8 della Coppa Davis a Bologna, è uno di questi. Dopo i successi consecutivi nella Billie Jean King Cup da parte della squadra femminile guidata da Tathiana Garbin, ora tocca agli uomini provare a chiudere un cerchio storico: vincere la Davis Cup per il terzo anno di fila e firmare il doppio bis nelle due competizioni a squadre più prestigiose del tennis.
Un’impresa che nella storia è riuscita solo a due nazioni: l’Australia di Roy Emerson e Margaret Court nel 1964‑65, e gli Stati Uniti di John McEnroe, Chris Evert e Martina Navratilova nel 1981‑82. Adesso è l’Italia, con Jannik Sinner leader e numero 1 al mondo per 65 settimane (ora numero 2 dietro Alcaraz), a candidarsi per entrare in questo club d’élite.

Sinner e la squadra Davis: Bologna è il crocevia
Dal 18 al 23 novembre, al BolognaFiere – Super Tennis Arena, gli azzurri di Filippo Volandri affronteranno le Final 8 della Davis Cup con il favore del pronostico. In quanto campione in carica e Paese ospitante, l’Italia ha ottenuto l’accesso diretto ai quarti di finale, dove sfiderà l’Austria. In caso di vittoria, semifinale contro la vincente di Francia‑Belgio. La finale, domenica 23 novembre, potrebbe regalare una nuova sfida tra Sinner e Alcaraz, con la Spagna possibile avversaria.
La rosa azzurra è profonda: oltre a Sinner, ci sono Arnaldi, Musetti, Sonego e Berrettini, tutti tra i primi 30 ATP. Il capitano Volandri ha saputo valorizzare ogni risorsa, dimostrando un’intelligenza tattica rara. Non a caso, Sinner ha vinto 9 match su 9 tra 2023 e 2024 in Davis.
Il significato del doppio bis: più di una vittoria, un’eredità
La vittoria di Cocciaretto, Paolini e compagne a Shenzhen ha dimostrato che l’Italia non è più solo una potenza emergente: è una realtà consolidata anche nel tennis femminile. Completare il doppio bis significherebbe certificare un’epoca irripetibile per il nostro tennis, paragonabile solo ai fasti di Panatta e dei “ragazzi del 1976”.
Ma anche se il tris non dovesse arrivare, nulla cancellerebbe quanto costruito. La maglia azzurra è tornata a essere un simbolo, non solo per i tifosi, ma anche per i giocatori, motivati e coesi. E se la storia chiama, questa Italia ha tutto per rispondere.