Jannik Sinner racconta il motivo per cui torna raramente a casa in Italia. Il tennista sottolinea l’importanza del duro lavoro.
Dopo un’eccezionale stagione in cui ha conquistato il numero uno del mondo e due titoli dello Slam, Jannik Sinner ha spiegato i sacrifici necessari per mantenere il suo livello nel tennis mondiale. In una recente intervista per il documentario di Sky titolato: “Jannik oltre il tennis, Sinner si racconta”, il giovane altoatesino ha parlato apertamente della sua vita fuori dal campo, sottolineando come il successo non abbia cambiato la sua personalità, ma lo abbia costretto a rinunciare a momenti importanti, come il ritorno a casa.
La difficile scelta di non tornare a casa
Sinner ha rivelato che, nonostante possa tornare in Italia quando vuole, spesso decide di non farlo. “Se io domani voglio andare a casa, posso anche andarci”, spiega Sinner, “ma non voglio, perché la mia carriera è iniziata quando avevo 13 anni e mezzo e sono andato via di casa”. La decisione di allontanarsi dalla sua Sesto Pusteria, il piccolo paese in cui è cresciuto, è stata cruciale per la sua crescita personale e professionale.
Il giovane campione ha sottolineato come il suo impegno per migliorarsi continuamente richieda una dedizione completa: “Dedico tutto il mio tempo al lavoro”. Questo implica sacrificare il tempo libero e rinunciare a visitare i propri cari con la frequenza che vorrebbe. “Ora che ho raggiunto il mio sogno, essere il numero uno, non posso rallentare. È proprio ora che bisogna lavorare ancora di più”, ha detto Sinner, evidenziando come la pressione aumenti man mano che il successo cresce.
Jannik Sinner: il legame con Sesto Pusteria
Anche se le visite a casa sono rare, il legame di Sinner con la sua terra natale è ancora forte. Tornare a Sesto Pusteria, vedere le montagne e le strade che conosce, lo riempie di un senso di libertà e pace. “Quando torno, mi sento libero perché le persone mi conoscono per quello che ero, non per quello che sono diventato”, ha raccontato.
Per lui, quei pochi giorni all’anno trascorsi a casa sono rigeneranti. “Due giorni a casa bastano per farmi sentire di nuovo al 100%”, ha spiegato Sinner. Nonostante il successo, per il tennista altoatesino, la semplicità della sua vita di prima rimane un rifugio importante che lo aiuta a mantenere l’equilibrio tra la sua carriera e il benessere personale.