Sinner: “Sorteggio molto difficile. Il coaching? Cambia poco, in campo siamo soli”

Sinner: “Sorteggio molto difficile. Il coaching? Cambia poco, in campo siamo soli”

Jannik Sinner affronta il sorteggio complicato al torneo di Parigi Bercy e condivide le sue opinioni sul coaching durante i match.

Jannik Sinner, nel suo percorso verso il torneo di Parigi Bercy, ha espresso una certa preoccupazione per il sorteggio particolarmente ostico. Il giovane talento italiano, già noto per la sua determinazione e concentrazione, non ha nascosto le difficoltà che lo attendono su una superficie che in passato non gli ha riservato grandi soddisfazioni. “Direi che è stato molto, molto difficile. Giocare su questa superficie contro tennisti che servono bene è sempre complicato,” ha dichiarato Sinner, mostrando rispetto per i suoi futuri avversari. Come riportato dalla gazzetta.it

Jannik Sinner

Il sorteggio difficile di Parigi Bercy

Nel primo turno, il numero uno italiano potrebbe affrontare uno fra Ben Shelton e Felix Auger-Aliassime, due giocatori di alto livello. Sinner è consapevole delle sfide che lo attendono: “Contro Ben è sempre stato un confronto difficile. Con Felix, poi, non ho mai vinto.” Nonostante il passato non proprio favorevole, Jannik si prepara al meglio per l’importante sfida: “Ora sono molto concentrato e spero di poter alzare il livello.” Sinner non ha mai conquistato il titolo a Bercy, e questo torneo rappresenta una nuova opportunità per superare un ostacolo che finora gli è risultato complesso.

L’opinione di Sinner sul coaching in campo

Un tema che ha suscitato molto interesse nel mondo del tennis è il recente cambiamento regolamentare che permette il coaching durante i match. Tuttavia, Jannik Sinner non crede che questa novità influenzerà radicalmente le dinamiche di gioco. “Non penso che cambierà molto,” ha affermato. Anche se l’interazione tra giocatori e allenatori sarà più esplicita, secondo Sinner, l’importanza del giocatore in campo rimarrà centrale: “Siamo sempre soli in campo, i primi a dover cercare di capire quale sia la situazione.”

Il tennista altoatesino ha poi sottolineato come già esistano forme di comunicazione non verbale tra giocatori e allenatori, che spesso si scambiano sguardi per trasmettere suggerimenti o conferme tattiche. Secondo Sinner, l’effetto di queste interazioni dipende molto dalla connessione che si instaura tra l’atleta e il coach: “L’allenatore lo conosci da anni, è sufficiente guardarlo per capire cosa ti stia dicendo.” Per Jannik, il vero peso della partita resta comunque sulle spalle di chi scende in campo, e la capacità di gestire i momenti difficili è una qualità che ogni grande campione deve sviluppare.