Faccia a faccia interessante tra John Elkann e ‘Avvenire’ tra Stellantis e alcuni aspetti molto privati relativi alla sua famiglia.
A vent’anni dalla rivoluzione al vertice che lo vide assumere la vice presidenza accanto a Sergio Marchionne, John Elkann è stato protagonista di una bella intervista ad Avvenire nella quale ha avuto modo di parlare di Stellantis ma anche di alcune particolarità relative alla famiglia, tra privato e l’impegno nel campo dell’automotive in Italia.
Stellantis e il bilancio di John Elkann
Facendo un bilancio della sua esperienza dal 2004 in poi ha detto: “Con la mia famiglia siamo impegnati in prima persona nel nostro Paese in una storia imprenditoriale che copre tre secoli: costruiamo con orgoglio un futuro forte in Italia e nel mondo”, le parole di Elkann. “Vent’anni fa tutti davano la Fiat per morta, ma non è andata così: grazie all’impegno della mia famiglia, la guida di Sergio e il lavoro di tutte le persone coinvolte, abbiamo cambiato un destino che sembrava segnato. Questo ci ha inculcato un forte senso di sopravvivenza, che è il tratto comune delle quattro società che oggi compongono Stellantis: Fiat, Chrysler, Peugeot e Opel”.
Il privato e la famiglia
Nel corso dell’intervista all’Avvenire è stato affrontato anche il momento di scontro interno legato all’eredità contesa da Margherita Agnelli, sua madre. In questo senso Elkann ha detto: “Con mio fratello e mia sorella abbiamo piena fiducia nella magistratura italiana. È una situazione che dura da vent’anni, da quando nel 2004, nel pieno della crisi di cui parlavamo prima, tutta la mia famiglia per senso di responsabilità si è compattata intorno alla Fiat, portando avanti le volontà di mio nonno. L’unica a chiamarsi fuori è stata mia madre”.
Proprio sulla madre: “E invece di essere contenta, per la Fiat, per la sua famiglia, per la realizzazione del volere di suo padre, ha reagito nel modo peggiore”. E ancora: “Come sto affrontando questa situazione? Con grande dolore, che ha radici lontane. Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra fin da piccoli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Ed è questo che ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni”.