Juventus, plusvalenze: la Procura chiude le indagini

Juventus, plusvalenze: la Procura chiude le indagini

L’indagine della Procura di Torino sui falsi in bilancio della Juventus termina con nulla di fatto. Il sistema strutturato produrrà nuovi reati.

Il club torinese della famiglia Agnelli, la Juventus è accusata di aver falsato i bilanci per oltre due anni gonfiando i valori dei conti aziendali, le cosiddette plusvalenze. La squadra calcistica avrebbe nascosto in questo modo debiti di centinaia di milioni di euro aumentando appositamente valori di acquisti e cessioni dei calciatori. I pm della Procura di Torino hanno compreso di essere davanti ad un sistema strutturato e non a episodi isolati. Questo sistema, secondo i magistrati, produrrà nuovi reati e si ripercuoterà sui bilanci successivi.

I pm avevano chiesto l’arresto di tre alti dirigenti del club: Andrea Agnelli presidente della Juventus, l’ex direttore generale Fabio Pratici e l’avvocato Cesare Gabasio. La settimana scorsa il gip ha respinto la richiesta perché il clamore degli avvisi di garanzia e delle perquisizioni hanno fatto pensar che non potessero fare nuovi reati, non perché non ci fossero indizi di colpevolezza.

ANDREA AGNELLI

La Procura contro la famiglia Agnelli

Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i suoi pm però hanno presentato il riesame per l’arresto. Intanto hanno notificato l’avviso di chiusura delle indagini a tutti gli indagati. Nei tre bilanci annuali sotto accusa (2018, 2019, 2020) la Procura ha individuato 216 milioni di perdite non dichiarate. Per quanto riguarda Andrea Agnelli, questa è la prima volta che la magistratura colpisce così pesantemente un membro della famiglia torinese.

La Procura di Torino ha anche tenuto conto il fatto che in questi anni sono state date notizie false sulla salute aziendale nonostante sia una società quotata in Borsa questo aggiunge all’accusa di falso in bilancio anche il reato di aggiotaggio informativo.

I capi d’accusa per il club bianconero sono davvero importanti e potrebbero sfociare in un processo delicato per ciò che potrebbe portare. Oltre Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, l’ad e l’ex ds ci sono altri indagati. Il gip ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari. La Vecchia Signora intanto rischia una multa, da 51mila euro a 1,5 milioni. La situazione resta preoccupante per la Juve. La Procura ha presentato appello per il no del Gip e nel giro di poche settimane si dovrebbe procedere. Ci sono due soluzioni per la Juve o il Cda si dimette immediatamente per non reiterare il reato con il terzo bilancio o vanno a oltranza.