Kraken, la nuova sotto variante Covid che desta preoccupazione

Kraken, la nuova sotto variante Covid che desta preoccupazione

Prende il nome da un mostro marino leggendario la nuova sotto variante Covid, Kraken: la sua diffusione ha già interessato diversi Paesi.

Gli infettivologi hanno riferito che una nuova variante sta prendendo piede in diversi Paesi: si tratta di Kraken, ed è più trasmissibile delle precedenti. Il suo nome è XBB.1.5, e fa parte della famiglia di Omicron. La nuova variante ha già preso piede negli Usa ed anche in altri Paesi. 

La variante in questione è nata in seguito ad una mutazione della prima sotto variante di Omicron XBB, conosciuta come Gryphon o variante Grifone. Secondo quanto riferito dagli esperti virologi, la mutazione della variante sarebbe ancora più contagiosa della precedente.  

In questa situazione, l’Organizzazione mondiale per la sanità ha spiegato che comunque “non esiste indicazione di una maggiore gravità”. Kraken è anche il nome di un leggendario mostro marino: secondo gli esperti si addice bene all’ultima variante Covid, che sta seminando lo stato di allerta tra i vari esperti virologi. 

Secondo quanto appreso, sarebbero sei le varianti Covid-19 attualmente circolanti in Cina e nel resto del mondo. Recentemente l’esponenziale aumento dei casi nella zona orientale ha destato una gran preoccupazione, tanto da spingere ben dodici Paesi ad adottare il tampone per tutti i viaggiatori provenienti appunto dalla Cina, causando il malcontento di quest’ultima.  

Tutte e sei le varianti in circolazione appartengono alla famiglia di Omicron. La variante Kraken si sta diffondendo a macchia d’olio, specialmente negli Stati Uniti. Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha riferiot che nel periodo compreso tra il 25 e il 30 dicembre, la Cina ha depositato 540 sequenze.  

Lo studio sull’efficacia degli antivirali

Il giornale New England Journal of Medicine ha comunque rassicurato circa la situazione, parlando di uno studio condotto da università giapponesi e statunitensi. Secondo quanto riferito all’interno del suddetto studio, gli antivirali, in particolare il Paxlovid (nirmatrelvir), sembrano avere una buona efficacia nel combattere le sotto varianti. 

Lo studio dimostra che “le varianti BA.2 e BA.5 hanno una minore sensibilità a determinati anticorpi monoclonali rispetto alle varianti circolanti in precedenza”, al contrario “i nostri risultati suggeriscono che remdesivir, molnupiravir e nirmatrelvir sono efficaci contro BQ.1.1 e XBB in vitro” 

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