Ucraina, la candidatura Ue fa infuriare i Balcani

Ucraina, la candidatura Ue fa infuriare i Balcani

La candidatura dell’Ucraina all’Unione europea è come uno schiaffo in faccia per i Balcani, che chiedono di farne parte da decenni.

Il conflitto tra Russia e Ucraina continua, e l’idea che l’Ucraina possa entrare a far parte all’interno dell’Unione europea diventa sempre più reale. Dopo il Consiglio europeo tenutosi a Bruxelles, i leader dei paesi dell’Unione europea hanno confermato lo status di Paese candidato ad entrare nell’Ue concesso all’Ucraina, in luogo della proposta della settimana scorsa da parte della Commissione. Per i Balcani, è come uno schiaffo in faccia.

Emmanuel Macron, presidente della Francia, ha parlato della conferma dello status definendolo “un segnale politico”. La sua affermazione è parsa come una sorto di giustificazione sullo stallo sui Paesi dei Balcani occidentali che da anni aspettano l’adesione a pieno titolo all’interno dell’Unione europea.

Nella mattinata di ieri si è svolto un incontro con i leader di Albania, Macedonia del Nord, Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro, ma di fatto, nulla è stato concluso. A contrastare l’adesione all’Ue di Albania e Macedonia del Nord è il veto della Bulgaria.

Quest’ultima, continua a non approvare i negoziati a causa dei contrasti con la Macedonia. A causa del “no” della Bulgaria bloccata anche l’adesione di Tirana all’Ue. Ma anche altri Paesi, come la Francia, si sono dichiarati sfavorevoli all’ingresso dei due Stati balcanici nell’Ue.

Il premier dell’Albania

Il premier albanese, Edi Rama, prima dell’inizio del vertice con i leader Ue ha confermato i dubbi confermati dal capo del governo di Tirana. “Aspettando Godot? No, siamo abituati a questa farsa e siamo più che mai impegnati a portare avanti la modernizzazione dei nostri Paesi e della nostra regione con uno spirito europeo incrollabile. È una vergogna che un Paese Nato, la Bulgaria, prenda in ostaggio altri due Paesi Nato, la Nord Macedonia e l’Albania, nel pieno di una guerra nel nostro cortile di casa e che altri 26 Paesi restino fermi e impotenti. È cosa buona dare lo status di candidato all’Ucraina, ma spero che il popolo ucraino non si faccia troppe illusioni”. Così ha concluso il premier dell’Albania, candidata all’Unione europea già dal 2014.