Un’analisi approfondita sul conflitto tra Mediterranea e Resq per i fondi della Chiesa, il contesto delle ONG.
Le organizzazioni non governative (ONG) operanti nel settore dell’accoglienza ai migranti sembrano immerse in un clima di competizione spietata per l’accesso ai finanziamenti, con la chiesa che gioca un ruolo particolare. Questa realtà emerge con particolare evidenza nel caso di Luca Casarini, ex leader dei centri sociali del Nord Est e figura centrale di Mediterranea. Le intercettazioni della Procura di Ragusa, che hanno portato alla sua richiesta di rinvio a giudizio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rivelano una lotta senza esclusione di colpi per assicurarsi i fondi necessari al sostegno delle attività delle ONG.
Conflitti e strategie tra Mediterranea e Resq
La competizione si fa particolarmente accesa tra Mediterranea e Resq, un’associazione milanese guidata dal giornalista Luciano Scalettari e dall’ex pubblico ministero Gherardo Colombo. I documenti mostrano come Mediterranea, sotto la guida di Casarini, miri a monopolizzare i finanziamenti ecclesiastici, entrando in rotta di collisione diretta con Resq. In questo contesto, emerge la figura di don Mattia Ferrari, sacerdote emiliano e intermediario tra Casarini e l’apparato ecclesiastico, che gioca un ruolo chiave nel conflitto.
L’importanza della Visibilità e il Ruolo della Chiesa Cattolica
In questo scenario, la visibilità diventa una moneta di scambio fondamentale. Salvataggi in mare e copertura mediatica si trasformano in strumenti essenziali per attirare finanziamenti, in particolare quelli provenienti dalla Chiesa Cattolica. Quest’ultima, rappresentata principalmente da Caritas e vari Arcivescovadi, emerge come il finanziatore più generoso, ma anche come un soggetto che sembra scegliere i propri interlocutori senza un’analisi preventiva approfondita delle loro pratiche e background.
La rivalità tra Mediterranea e Resq si intensifica nell’ambito del controllo sui finanziamenti ecclesiastici. Casarini e don Ferrari, nel loro tentativo di assicurarsi il supporto della Chiesa, riescono a coinvolgere don Luigi Ciotti, figura di spicco nell’ambito della raccolta fondi per cause nobili. Ciotti, nonostante la sua amicizia storica con Gherardo Colombo, finisce per appoggiare la causa di Mediterranea, mostrando la complessità e l’incertezza delle alleanze in questo settore.
L’intera situazione getta un’ombra sulla gerarchia ecclesiastica, la quale appare incapace di valutare adeguatamente i propri partner nel campo dell’accoglienza migranti. Questa dinamica solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia con cui vengono distribuiti i finanziamenti nel settore, influenzando negativamente l’immagine sia delle ONG coinvolte sia della Chiesa stessa.