La Libia ricatta l’Italia: i nostri pescatori in cambio dei ‘calciatori’ libici (condannati per omicidio)

La Libia ricatta l’Italia: i nostri pescatori in cambio dei ‘calciatori’ libici (condannati per omicidio)

Il ricatto della Libia all’Italia: i pescatori italiani in cambio dei ‘calciatori’ libici condannati a 30 anni come scafisti e assassini.

Secondo le autorità italiane ha del clamoroso la proposta arrivata dalla Libia (un ricatto, sostengono in molti), che si è detta pronta a liberare i pescatori siciliani arrestati per aver violato le acque libiche a fronte della liberazione dei loro calciatori. Parliamo, come ricostruito dal Corriere della Sera, di quattro soggetti condannati in Italia a 30 anni come trafficanti di esseri umani e assassini.

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Il ricatto della Libia all’Italia: i pescatori italiani in cambio di 4 presunti calciatori condannati a 30 anni

I pescatori siciliani fermi a Bengasi da 10 giorni sono accusati aver violato le acque territoriali libiche. Dalla Libia fanno sapere di essere pronti a liberare i nostri pescatori se l’Italia dovesse accettare di liberare quattro libici arrestati nel 2015. Secondo la ricostruzione che arriva dalla Libia si tratterebbe di calciatori in cerca di fortuna in Europa. Secondo i giudici della Corte di Assise e di quelli della Corte di Cassazione, si tratta di trafficanti di esseri umani e assassini condannati a 30 anni.

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“Condannati anche per omicidio”

Un episodio fra i più brutali mai registrati“. Con queste parole il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, riportato dal Corriere della Sera, ricorda l’episodio che ha portato all’arresto dei presunti calciatori.

Altro che giovani calciatori. Non furono condannati solo perché al comando dell’imbarcazione, ma anche per omicidio. Avendo causato la morte di quanti trasportavano, 49 migranti tenuti in stiva. Lasciati morire in maniera spietata. Sprangando il boccaporto per non trovarseli in coperta. Un episodio fra i più brutali mai registrati“.

Un caso spinoso per Luigi Di Maio

Per Luigi Di Maio si tratta di un caso particolarmente spinoso. Il ministro degli Esteri difficilmente accetterà la proposta delle autorità libiche, ma deve fare i conti con le proteste dei familiari dei pescatori trattenuti in Libia che accusano il governo di aver fatto poco per liberare gli italiani trattenuti dalle autorità libiche.

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