La metro di Kharkiv riapre i battenti dopo tre mesi: quei luoghi sotterranei hanno rappresentato i principali rifugi antiaereo.
Una barlume di speranza e positività all’orizzonte, finalmente, per l’Ucraina. Dopo tre mesi di stallo, la metro di Kharkiv riapre i battenti ed accende i motori. A dare la notizia è stato il sindaco della città.
Per la prima settimana, le corse saranno gratis e i treni avranno intervalli di attesa e percorrenza di mezz’ora, circa. Il resto sarà materiale da programmare, in itinere. La città ucraina sta impiegando tutte le sue forze per tornare a respirare, dopo la notte nera e interminabile dei lunghi assedi e bombardamenti, cessati solo due settimane fa.
Un rifugio sicuro per i cittadini
I locali della metro di Kharkiv hanno rappresentato il più sicuro e confortevole rifugio per migliaia di persone disperse e abbandonate ad un destino profondamente crudele e disumano.
Kharkiv prova a ripartire quindi, e lo fa lanciando un messaggio di speranza per l’intera Ucraina, sotto assedio ormai da troppo tempo.
Queste persone vivono e hanno vissuto in questi antri sotterranei per un solo ed ovvio motivo: l’assenza di un posto dove andare. Possono guardare chiunque dritto negli occhi, e ammetterlo, ammettere la totale mancanza di un punto di riferimento, in una città distrutta non solo materialmente, ma anche e soprattuto spirituralmente.
Una coppia è rifugiata in questi luoghi da mesi e non è incoraggiata ad andarsene: “Restiamo qui perché casa nostra è stata distrutta, non ha più il tetto, le finestre, le porte. Mia moglie è qui da 3 mesi, io da 2, e resteremo finché non troveremo un’altra sistemazione”.
La metro di Kharkiv, oggi, è anche questo: una casa, un punto di appoggio, un aiuto, l’abbraccio di una madre, per tutti coloro che hanno perso il proprio posto, di diritto, nel mondo.
C’è un’immagine forte che colpisce, emoziona ed affascina, ad un tempo: il disegno di un bambino, appeso ad una parete. Su un foglio striminzito e sporco, è possibile notare i carri armati ucraini che attaccano e abbattono un mezzo blindato russo.