La Moldavia teme un colpo di stato russo

La Moldavia teme un colpo di stato russo

La neo premier Sandu sostiene che la Russia stia organizzando un piano per sovvertire l’ordine democratico in Moldavia.

L’ex repubblica sovietica della Moldova è molto più vicina a Bruxelles che a Mosca da qualche anno ormai. La Moldavia è un piccolo paese democratico filoeuropeista e filo-occidentale. Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia teme di essere la prossima sulla lista di Putin. Dopo l’invasione dello spazio aereo le tensioni nel paese sono aumentate. Ora si teme un colpo di stato russo per sovvertire l’ordine democratico.

A denunciare l’esistenza di un piano di Mosca in questo senso è la presidente Sandu realizzato da agenti sotto copertura presenti sul territorio moldavo. Il piano sarebbe imminente tanto che ieri la Moldavia per poche ore ha chiuso lo spazio aereo bloccando anche l’aviazione civile per una questione di sicurezza. Proprio in questo senso potrebbe essere stato il repentino cambio di premier avvenuto la settimana scorsa. Recean che ha sostituito Gravilita ha maggiore esperienza proprio sulla sicurezza nazionale.

Vladimir Putin

Mosca vorrebbe di nuovo il paese nella sua orbita

Già dall’invasione dell’Ucraina la Moldavia si è trovata in una situazione difficile perché dipendeva al 100% dalle esportazioni di gas russo e a causa della Transnistria, regione filorussa, spesso i russi hanno invaso lo spazio aereo. A confermare le intenzioni di Mosca di proseguire contro il paese sono state le informazioni dei servizi segreti sia ucraini che moldavi che hanno confermato l’esistenza di un piano che prevede il sabotaggio e attacchi pubblici da parte di agenti stranieri russi e bielorussi. Mosca vuole “rovesciare il governo del Paese” tramite “azioni di sabotatori con addestramento militare, mimetizzati in abiti civili, che intraprendano azioni violente, attacchino edifici statali e prendano ostaggi”.

L’obiettivo di Putin sarebbe stabilire in Moldavia un governo fantoccio sotto la guida di Mosca e cancellare i progressi fatti dal paese verso l’Unione europea e fermare il processo di integrazione. In questo modo l’ex repubblica sovietica tornerebbe ad essere un paese satellite della Russia.