Le indagini sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli, famosissimo editore italiano: si trattò di un incidente o di omicidio?
Il fatto risale ad un pomeriggio del 15 marzo 1972 a Cascina Nuova, una frazione di Segrate, in provincia di Milano. A ritrovare il corpo privo di vita d Giangiacomo Feltrinelli fu un agricoltore, Luigi Stringhetti. Vide sotto un traliccio dell’alta tensione il corpo privo di vita di un uomo: era il noto editore italiano.
Giangiacomo Feltrinelli era editore, fondatore della casa editrice che porta il suo nome e militante politico. Il suo nome di battaglia era Osvaldo. La sera prima che il noto editore italiano morisse, gli abitanti della zona avevano udito un colpo, ma non avevano certo pensato ad un omicidio. Credevano fosse un aereo supersonico in volo sopra l’aeroporto di Linate.
Sul luogo del delitto arrivarono i carabinieri insieme agli agenti della Questura di Milano. Di fianco al corpo di Feltrinelli c’erano numerosi candelotti di dinamite. Altri erano posizionati sul monte del traliccio, il numero 71 dell’Aem, azienda elettrica milanese.
Il ritrovamento del cadavere
Il corpo della vittima aveva la gamba destra amputata fin sopra il ginocchio, e presentava ferite lungo tutto il corpo. Di fianco al cadavere c’erano una batteria, un filo elettrico, una stanghetta d’occhiali, una torcia. Molti candelotti di dinamite erano già collegati ai montanti, legati col filo di ferro.
Inizialmente, secondo i carabinieri la dinamica degli eventi era chiara: l’uomo voleva far esplodere il traliccio, ma qualcosa era andato storto ed era rimasto vittima di un fatale incidente. Ora però, bisognava capire quale fosse l’identità della vittima.
I carabinieri trovarono nella tasca della vittima una patente con il nome di Vincenzo Maggioni, nato il 19 giugno 1926 a Novi Ligure. Inizialmente, si pensò che quella fosse l’identità dell’attentatore. Ma chi conosceva Feltrinelli capì subito. Gli investigatori scoprirono che Vincenzo Maggioni non esisteva.
La versione ufficiale della vicenda, vedeva Feltrinelli come un sabotatore morto durante il suo intento di far esplodere il traliccio su cui è stato trovato morto. Ma dietro la storia dell’incidente c’erano due componenti dei Gap, Gruppi d’azione partigiani, fondati da Feltrinelli nel 1970.
Nel 2018 l’ex moglie Inge Schönthal disse: «La morte di mio marito fu un omicidio politico, Giangiacomo sapeva di Gladio. Era un uomo scomodo. Troppo scomodo, troppo libero, troppo ricco; troppo tutto. Era tenuto d’occhio da cinque servizi segreti, inclusi Mossad e Cia. E ovviamente quelli italiani. Forse sono stati loro. Lui sapeva di Gladio e dei loro depositi di esplosivi. Temeva un golpe di destra; e non era una paura immaginaria».