Gli scienziati dell’NHS Blood and Transplant e dell’Università di Bristol hanno scoperto un nuovo gruppo sanguigno: Er.
In seguito alla morte di due neonati, gli studiosi dell’NHS Blood and Transplant e dell’Università di Bristol è stata incentivata a fare chiarezza su un raro gruppo sanguigno individuato 40 anni fa. Questo studio mette in evidenza la potenziale antigenicità anche di proteine molto poco espresse e la loro rilevanza per la medicina trasfusionale.
Dopo aver indagato tre antigeni noti che non corrispondono a nessuno dei quattro gruppi sanguigni del sistema AB0, ecco la nuova scoperta. Un team di scienziati dell’NHS Blood and Transplant (NHSBT) e dell’Università di Bristol ha scoperto un nuovo raro gruppo sanguigno, chiamato Er.
Sulla base di particolari molecole presenti sulla superficie dei globuli rossi, è possibile identificare le quattro categorie di gruppi sanguigni esistenti, fino ad ora. Il più importante è il Sistema AB0, composto da quattro gruppi (A, B, AB, 0) a seconda che venga rilevato l’antigene A, il B, entrambi o nessuno.
La scoperta del sottogruppo Er
In seguito alla morte di due neonati, gli scienziati hanno iniziato a fare ricerche su un raro gruppo sanguigno individuato per la prima volta nell’uomo 40 anni fa. La scoperta di un sottogruppo specifico di Er ora apre nuove porte alla prevenzione di tragedie simili.
Ponendo l’attenzione sui sistemi di gruppo sanguigno A B 0 correlati al fattore Rh, gli studiosi spiegano che in alcuni casi si parla di Rh positivo, nel secondo di Rh negativo. Ciò è molto importante per quanto riguarda di trasfusione di sangue. L’antigene Er è stato identificato solo nel 1982, mentre nel 1988 veniva scoperta la versione denominata Er b. Il codice Er 3 è stato utilizzato per descrivere l’assenza di Er a ed Er b.
Lo studio sul sistema immunitario
Quando un globulo è in presenza di un antigene estraneo, il nostro sistema immunitario si attiva inviando anticorpi per segnalare la distruzione delle cellule che contengono l’antigene sospetto. In alcuni casi può avvenire che, in gravidanza, i tessuti del feto vengano riconosciuti come estranei e quindi aggrediti. Gli anticorpi generati passano attraverso la placenta, portando alla malattia emolitica nel nascituro.
Diversi metodi vengono implementati per prevenire o trattare la malattia emolitica nei neonati. Il team di ricercatori guidati dalla sierologa Nicole Thornton dell’NHSBT inglese ha analizzato il sangue di 13 pazienti con gli antigeni sospetti, identificando cinque varianti degli antigeni Er: le varianti conosciute Er a, Er b, Er 3 e due nuove Er 4 e Er 5.
E’ stato così individuato il gene che codifica le proteine della superficie cellulare, e sorprendentemente si trattava di un gene già familiare alla scienza medica: PIEZO1, un gene associato a diverse malattie conosciute. L’equipaggio e il team hanno confermato i loro risultati eliminando PIEZO1 in una linea cellulare di eritroblasti, un precursore dei globuli rossi, e testando gli antigeni ha scoperto che PIEZO1 è necessario per aggiungere l’antigene Er alla superficie della cellula.