Il caso di La Russa Jr e la presunta violenza sessuale: tracce di droga dello stupro nei capelli della vittima. Cosa succede.
Ci sono novità per il caso di La Russa Jr e la vicenda della presunta violenza sessuale ai danni di una ragazza. I fatti fanno riferimento a quanto sarebbe accaduto ai danni di una ragazza che avrebbe subito abusi da parte del figlio del presidente del Senato, Ignazio, e dal suo amico dj Tommaso Gilardoni, la notte del 18 maggio 2023. Dagli ultimi esami sarebbero risultate tracce della droga dello stupro, ovvero di Ghb.
Caso La Russa Jr: le tracce di droga dello stupro
La vicenda che coinvolte il figlio del Presidente del Senato, Leonardo Apache La Russa si sarebbe fatta ancora più complicata per il ragazzo e il suo amico dj Tommaso Gilardoni. Infatti, ci sarebbero tracce di Ghb, nota anche droga dello stupro, in un capello della ragazza di 22 anni che ha denunciato di aver subito abusi la notte del 18 maggio da parte dei due uomini.
Tale scoperta sarebbe il risultato della perizia effettuata da un esperto nominato dal legale della 22enne, e che è stato depositato nella giornata del 14 febbraio in Procura, a Milano.
Stando a quanto emerso nella perizia di parte, la droga sarebbe stata somministrata alla ragazza in un periodo “compatibile” con quello in cui sarebbe avvenuta la violenza.
La replica degli avvocati di Leonardo Apache
Al netto di questo esito della perizia, i legali di La Russa Jr sono passati al contrattacco definendo l’esame tossicologico “un’iniziativa incomprensibile, singolare e priva di senso sia per l’obiettivo che si prefigge”.
Parole che trovano motivazione in quanto “temporalmente anacronistica e assunta a mesi e mesi dai fatti e dall’indagine, sia perché pare un’iniziativa che va nella direzione opposta rispetto a tutte le evidenze investigative che sembrano invece favorevoli al nostro assistito”.
Ad affermare tutto questo, l’avvocato Adriano Bazzoni ad Adnkronos. Il legale, insieme al collega Vinicio Nardo, si sta occupando della difesa di Leonardo Apache La Russa. Nello specifico Bazzoni ha anche parlato di una “iniziativa illogica, di fronte alla quale resta intatta o addirittura rafforzata la nostra fiducia nell’operato dei pubblici ministeri”.